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Napoli
lunedì 23 Giugno 2025 - 21:32

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Forse nemmeno Stephen King avrebbe mai pensato a un finale di questo tipo. Pareggio del Napoli col Parma e dell’Inter contro la Lazio. I partenopei dopo oltre 100′ di gioco, recuperi compresi, sono ancora primi pur pareggiando 0-0 al Tardini. Una partita che ha avuto al suo interno una serie di piccole partite, che descrivono i momenti, l’ansia, la preoccupazione di non farcela. Perché l’obiettivo finale è lì, tangibile, si può raggiungere con un’altra vittoria. L’Inter, d’altra parte, è andata due volte in vantaggio prima con Bisseck e poi con Dumfries, ma è stato raggiunto da un doppio Pedro, uno che a 37 anni ha deciso di vivere una seconda giovinezza, di tenere la sua Lazio ancora agganciata al treno Europa.

E se il Napoli è ancora primo deve ringraziare soprattutto quel giovanotto spagnolo, che tra l’altro in passato è stato allenato anche da Conte ai tempi del Chelsea. Perché di occasioni il Napoli le ha avute, come il palo di Anguissa nel primo tempo e la traversa di Politano nella ripresa. Più che le occasioni, però, ciò che manca ai ragazzi di Conte è quello spunto finale per segnare. E anche un pizzico di furbizia in certi momenti, con i giocatori spesso caduti nelle trappole degli avversari per le continue perdite di tempo, e infatti nella ripresa si è giocato poco. La costruzione offensiva del Napoli, inoltre, è stata meno qualitativa con l’uscita di Gilmour e l’ingresso di Billing, con l’abbassamento di Anguissa. Però sono stati liberati degli spazi occupati interamente da McTominay, in crescita nella ripresa e capace di sfiorare il gol con un gran tiro su punizione deviato da Suzuki sulla traversa.

Lo Scudetto si deciderà in 90′, il Cagliari già salvo arriverà allo stadio Maradona con la consapevolezza di dover fare il massimo per onorare la rivalità che i sardi hanno con il Napoli. D’altra parte, l’Inter dovrà battere il Como in trasferta. E’ un finale thriller, di quelli che ti fanno detestare o innamorare ancor di più del calcio, semmai ce ne fosse ancora bisogno: una malattia, quella del pallone, alimentata da due risultati imprevedibili con una partita, la prossima, che deciderà una stagione.

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