Tentata concussione in relazione alla promessa della riduzione di sanzioni in cambio di denaro, è questa l’accusa nei confronti dei due funzionari dell’Agenzia delle Entrate di Roma finiti oggi in carcere. L’ordinanza di custodia cautelare emessa oggi dalla Guardia di Finanza di Roma riguarda anche il cugino di uno dei due funzionari per ora ai domiciliari.
Secondo quanto ricostruito da investigatori ed inquirenti Gloria e Costantini, già arrestato ad agosto con un’accusa analoga, avrebbero chiesto il denaro ad un ristoratore romano. Una tangente da 50 mila euro per “sistemare” la verifica fiscale in corso ed evitare contestazioni.I due si sono presentati per un controllo fiscale e, dopo i primi accertamenti, hanno sostenuto che sulla base dei loro calcoli stavano emergendo maggiori ricavi non dichiarati. Dianzi all’incredulità del commerciante, il Gip scrive nell’ordinanza di arresto: “Gloria faceva presente che sarebbe stato possibile abbattere il rilievo, e anche escluderlo” qualora il ristoratore “avesse corrisposto loro una somma di 25 mila euro, poi lievitata a 50 mila perché, a detta del Gloria, doveva essere successivamente divisa in ufficio con altre persone”. Pare infatti che i due agissero per conto di un “capo”.

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