“Quando è troppo, è troppo”. Kylian Mbappé appare in un video targato Fifpro, European Leagues e LaLiga e, con una frase soltanto, riassume il senso di una nuova battaglia legale che potrebbe scuotere i vertici del pallone italiano e internazionale.
L’élite delle leghe del continente e il sindacato mondiale dei calciatori alla fine hanno deciso di denunciare la Fifa a Bruxelles: a essere “troppo” sono, nelle loro rimostranze, le partite sul calendario in continua espansione che attende i giocatori, i rischi per la loro salute e l’abuso di potere dell’organo più influente del calcio mondiale, accusato di far vincere il profitto sulla qualità del gioco, senza concedere alcuna possibilità ai club e alle loro stelle di rifiatare, recuperare dagli infortuni e curare le prestazioni. La sensazione, ha tuonato il presidente dell’Assocalciatori (Aic), Umberto Calcagno, è che “il calcio stia iniziando a divorare se stesso”.
La ribellione dei giocatori contro la Fifa di Gianni Infantino si è consumata con un reclamo ufficiale già preannunciato a luglio e presentato alla direzione per la Concorrenza della Commissione europea. Gli addebiti si aggiungono al già ampio faldone antitrust che annovera anche i casi SuperLeague e Diarra, approdati in seguito nelle aule di giustizia della Corte Ue incassando due condanne storiche al modello Uefa e Fifa.