Se l’accordo fra Grillo e Conte si troverà, non c’è invece ancora accordo nel centro destra sul candidato sindaco di Milano. Oscar di Montigny ha gettato la spugna. Maurizio Giannattasio per il Corriere.
«Oscar di Montigny si sfila dalla corsa. Non sarà lui il candidato a sfidare Beppe Sala per la poltrona di sindaco di Milano e il centrodestra ripiomba nel dramma. Il vertice, ancora una volta «decisivo» previsto per oggi, slitta a data da destinarsi. Il leader della Lega Matteo Salvini lo ringrazia – «Le sue idee e la sua esperienza saranno utili per costruire la Milano del futuro» -, insiste sul candidato civico e assicura: «Entro la settimana ci sarà non solo il sindaco ma tutta la squadra per Milano». Ma la verità è che si riparte da zero. A meno che non ci si affidi a un politico. In quel caso un nome c’è già, Maurizio Lupi. Un sondaggio di Antonio Noto lo dà al primo turno davanti a Sala di un punto percentuale. Seconda rinuncia nel giro di poche settimane. Dopo quella di Gabriele Albertini arriva anche quella di di Montigny, manager di Mediolanum e genero di Ennio Doris. Una rinuncia fatta a malincuore e con un filo di commozione perché la voglia di mettersi in gioco e a disposizione della collettività era ed è tuttora intatta. Cosa è mancato? «La mia unica vera riserva ancora da sciogliere era quella personale che avrei voluto gestire al meglio se la coalizione si fosse espressa». Così non è stato. I rinvii, i dubbi, le frenate, la freddezza di Berlusconi hanno rimandato sine die la convergenza sul candidato. «Non significa che avrei accettato – continua il manager – ma che sarei potuto andare dai miei figli e dirgli che sarei partito per un viaggio. Loro mi avrebbero chiesto “come parti? Con una caravella? Con un zattera? O con una nave da guerra?” Gli avrei detto “ragazzi sono con una zattera, fatevi il segno della croce”, oppure “state tranquilli, salpo con una super nave da guerra e 10 ammiragli, ci vediamo tra 5 anni”». La superflotta non si è presentata all’appuntamento, ognuno ha remato per conto suo. «E siccome non so con che nave sarei partito, la questione non c’è più». (…) Proprio nel giorno delle rinuncia arriva il sondaggio che mette a confronto il civico di Montigny con il politico Lupi. La sorpresa non è tanto che Lupi, più noto e conosciuto del manager di Mediolanum, faccia meglio di di Montigny nella sfida con Sala, quanto che lo stesso ex ministro al primo turno sia avanti a Sala di un punto percentuale: 43 a 42. Mille interviste su candidati e intenzioni di voto. Ma anche un giudizio sull’amministrazione Sala che viene promossa da meno della metà degli intervistati. Il gradimento si ferma al 49%. «Diversamente da quanto riscontrato fino a pochi mesi fa – scrive Noto – Milano sembra oggi diventata politicamente contendibile».