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giovedì 16 Gennaio 2025 - 17:07
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Colori regioni: svolta in arrivo. Possibili modifiche e nuovi criteri.

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Oggi sul tavolo del governo le nuove decisioni con i governatori delle regioni per valutare il modello che è ancora in atto dei colori: “Il modello adottato in questi mesi ha funzionato e ci ha consentito di affrontare la seconda e terza ondata senza un lockdown generalizzato, ma con specifiche misure territoriali – ha dichiarato il ministro della Salute, Roberto Speranza, nel suo intervento al vertice -. Ora, nella nuova fase, caratterizzata dal forte avanzamento della campagna di vaccinazione e dai miglioramenti dovuto alle misure adottate, lavoriamo con l’Iss e con le regioni per adeguare il modello immaginando una maggiore centralità di indicatori quali l’incidenza e il sovraccarico dei servizi ospedalieri”.
Le regioni chiedono di superare questo meccanismo di 4 colori e sostituirlo con tre livelli di rischio:
Basso: con misure simili alla zona bianca;
medio: con limitazione di alcune attività;
alto: dove resta attivo il coprifuoco.
Queste ipotesi al momento non convincono il governo che vuole mantenere l’impostazione a 4 colori. Le Regioni propongono anche di stabilire un numero minimo di tamponi, proporzionato ai 4 livelli di rischio legati all’incidenza, che corrispondono ad altrettanti colori: in zona rossa scatterebbe con 250 casi su 100 mila abitanti, andrebbe effettuato un minimo di 500 tamponi. In arancione, tra i 150 e i 249 casi, il minimo è 250. In gialla, tra i 50 e i 149 casi, se ne effettuano almeno 150. In bianca, fino a 49 casi, almeno 100. Secondo quanto si apprende dai governatori l’esecutivo sembra essere propenso a questa proposta, che dovrà avere risposta in questi giorni. “L’obiettivo è avere parametri chiari, fortemente semplificati e in grado di generare automatismi per quel che riguarda gli scenari che coinvolgono le attività sociali ed economiche”, spiega Massimiliano Fedriga, governatore del Friuli Venezia Giulia e presidente della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome. Altra proposta potrebbe essere quella di valutare l’indice RT in base allo stress delle strutture ospedaliere. Al momento quasi tutta l’Italia è in zona gialla, a eccezione di Sardegna, Sicilia e Valle d’Aosta che sono in zona arancione.

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