“La crescita italiana sorprende in positivo nel 2023, arrivando al +0,9%,” rileva il Centro studi di Confindustria che, all’appuntamento con le previsioni di primavera, ha rivisto al rialzo al +0,9% le previsioni sul Pil 2024; +1,1% nel 2025. La precedente stima per quest’anno, dello scorso ottobre, era ferma al +0,5%. Oltre al miglioramento della domanda globale che “darà nuovo impulso all’export” gli economisti di Confindustria evidenziano “due potenti stimoli alla crescita”: la prospettiva dei tassi in calo ed il Pnrr. E avvertono: “Vari fattori frenano la crescita”: “il costo dell’elettricità”, “il graduale phase oout del superbonus”, “le strozzature mondiali nei trasporti” (Mar Rosso ma non solo).
Dopo “una crescita 2023 che è pari al doppio di quella media dell’Eurozona” perquest’anno ed il prossimo “due fattori potranno sostenere ancora la crescita italiana su ritmi significativi. Il primo è il taglio dei tassi di interesse da parte della Bce”, “il secondo driver di crescita nel biennio di previsione è l’attuazione del Pnrr”. Ma “a fronte di questi due potenti stimoli alla crescita ci sono viceversa vari fattori che tenderanno a frenare il Pil italiano” e “chiaramente ciò significa anche – rileva il centro studi di via dell’Astronomia, diretto da Alessandro Fontana – che ci sarebbe spazio nel 2024-2025 per una crescita economica ancora più forte di quella oggi prevedibile”.
“Primo freno, il costo dell’elettricità pagato dalle imprese resta più alto in Italia rispetto ai principali paesi Ue e anche rispetto agli altri grandi competitor internazionali come Usa e Giappone. Tutto ciò crea uno svantaggio competitivo per le imprese italiane”. Servono “una riforma del mercato elettrico e una maggiore quota di rinnovabili”.
Secondo freno: la frenata sul superbonus. “Le costruzioni ad uso residenziale, in termini di valore aggiunto e quindi di contributo al Pil, dovrebbero risentire fortemente di tale prevista riduzione degli incentivi, già nel 2024 e in misura ancora maggiore nel 2025”. E’ stimato in “2,4 punti percentuali in 4 anni” l’impatto del superbonus sul Pil negli anni passati.