Raccogliamo e pubblichiamo quanto scritto e pubblicato sul noto social network da parte di Silvio Paone Laureato prima in Scienze Biologiche e poi in Genetica e Biologia Molecolare presso la Sapienza che svolge attualmente un dottorato di ricerca in Malattie Infettive.
Ecco quanto scrive l’esperto in merito alla possibilità che il virus perda la sua carica con i mesi caldi:
Il virus dell’influenza, ad esempio, tende ad essere meno stabile ad alte temperature. E i droplet, le microscopiche goccioline che sono il principale vettore di trasmissione di questi virus, permangono meno tempo nell’ambiente quando l’aria si fa umida. Inoltre le basse temperature tipiche della stagione invernale indeboliscono il nostro sistema immunitario, favorendo così l’azione malevola dei virus.
Le recenti notizie del diffondersi della pandemia anche nelle zone più calde del pianeta ha scoraggiato molti, ma esse non sono particolarmente indicative. Il dato più importante da osservare è la capacità del virus di circolare in diverse condizioni climatiche, più che la semplice presenza o assenza di casi.
Questo è quel che hanno fatto i ricercatori dell’Università Beihanag di Pechino nello studio in questione. Hanno preso in considerazione cento diverse città cinesi che avevano riportato più di 40 casi d’infezione da SARS-CoV2, studiando il contagio in 3 giornate, quelle comprese tra 21 e 23 gennaio, prima che il governo cinese decretasse il lockdown. Hanno dunque valutato il valore del fattore R0 (basic re-production number) nelle diverse città in base alle diverse caratteristiche climatiche.
Il valore di R0 è fondamentale quando parliamo di agenti infettivi: misura infatti il numero di persone che vengono contagiate da una singola persona già infetta, in determinate condizioni. E dipende da moltissimi fattori: certamente le caratteristiche biologiche del patogeno, ma anche elementi socio-culturali, sanitari e, non da ultimo, ambientali. Un R0 pari a 1 significa che da un singolo infetto mediamente l’infezione passa ad un altro individuo. Un R0 inferiore di 1 significa che il contagio è in regressione. Ridurre la R0 ad un valore minore di 1 è in fin dei conti lo scopo che si persegue attraverso le misure di contenimento adottate finora.
Nella loro indagine, i ricercatori hanno determinato che c’è una chiara relazione nelle città esaminate tra i livelli d’umidità, la temperatura e la R0 di SARS-CoV2. In particolare, all’aumentare delle temperature e del tasso d’umidità, si riduce significativamente la R0.
Questa ricerca non va considerata definitiva. Studi di questo genere sono molto complessi e richiedono molto tempo e una gran mole di dati per dare solide risposte. È tuttavia un’indicazione importante e da indigare in modo più approfondito, e che lascia ben sperare nella situazione odierna.
Di Silvio Paone, dottore di ricerca in Malattie Infettive, Microbiologia e Sanità Pubblica.
Figura: correlazione tra il valore di R0 di SARS-CoV2 e l’umidità e le temperature di 100 città prese in esame. (Da Wang et al; 2020)