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venerdì 7 Febbraio 2025 - 12:03
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Dazi sospesi all’ultimo

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Canada e Messico cedono, Trump ferma la misura per 30 giorni, mercati in subbuglio. Meloni invita la Ue a trattare. Oggi Bibi da Donald, Unrwa fuorilegge. Minniti sulla Libia: è sicurezza nazionale

In extremis (mancavano due ore allo scoccare dell’aumento al 25 per cento) i nuovi dazi Usa sono stati sospesi per 30 giorni anche sul Canada, che ha promesso di schierare l’esercito per frenare il traffico clandestino di fentanyl. «Designeremo i cartelli come terroristi, garantiremo occhi 24 ore su 24, 7 giorni su 7 sul confine, lanceremo una forza d’attacco congiunta Canada-Usa contro la criminalità organizzata, il fentanyl e il riciclaggio di denaro», ha scritto il premier Justin Trudeau su X. Nel pomeriggio Donald Trump aveva raggiunto la tregua con la presidente messicana Claudia Sheinbaum, scongiurando un altro lunedì nero sui mercati, in fibrillazione per le decisioni Usa. Il mondo sta metabolizzando la nuova presidenza Usa fatta di choc e trattative. Panama uscirà dalla Via della Seta. Marco Rubio ha incassato una vittoria politica netta, scrive Il Sole 24 Ore. Il presidente panamense José Raúl Mulino pur ribadendo che la sovranità del Paese sul Canale «non è in discussione», si è premurato di dichiarare che non rinnoverà il memorandum d’intesa del 2017 per aderire alla Via della Seta cinese e che cercherà di collaborare con gli Stati Uniti su nuovi investimenti, compresi progetti infrastrutturali.

Tutto questo avviene mentre in Europa ci si aspetta la botta dei dazi anche contro la Ue. Il presidente americano ha già detto che vorrebbe alzare almeno del 10 per cento i balzelli sui prodotti europei che arrivano negli Usa. L’America ha avuto un deficit commerciale di 213 miliardi nei primi 11 mesi del 2024, Trump ci vuole metter mano. Ovviamente il rischio per l’Europa è arrivare disunita al confronto con Washington. Ieri a Bruxelles in occasione del summit informale dei 27 sulla difesa, le divergenze si sono sentite eccome. La Francia è stata durissima. «Se venissimo attaccati sulle questioni commerciali, l’Europa, in quanto potenza che si difende, dovrà farsi rispettare e quindi reagire», ha detto il presidente francese Emmanuel Macron. Più cauti i Paesi dell’Est, attenti alla protezione militare americana. «Vale la pena fare tutto il possibile per garantire che, di fronte a una minaccia russa o all’espansione cinese, non si litighi tra alleati», ha spiegato il primo ministro polacco Donald Tusk. La nostra Giorgia Meloni ha sottolineato che Trump è anzitutto un negoziatore.

Nel frattempo Elon Musk, in un modo che a volte sembra troppo indipendente anche per la Casa Bianca, porta avanti il suo disegno MEGA, Make Europe Great Again, collegandosi al gruppo dei Patrioti europei: dove sono presenti Matteo Salvini con la sua Lega; Marine Le Pen, guida del Front National in Francia; Geert Wilders, capo del Partito della Libertà, che ha designato il premier olandese Dick Schoof; l’ultra nazionalista Herbert Kickl, che dovrebbe formare il prossimo governo in Austria. Oltre all’ungherese Viktor Orban. Lo scrive Giuseppe Sarcina sul Corriere.

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