Dopo decenni di straordinari progressi, a partire dal 2010 il ritmo delle vaccinazioni globali ha subito un rallentamento, ulteriormente peggiorato con l‘arrivo della pandemia. Sebbene negli ultimi due anni si siano registrati timidi segnali di ripresa, i dati rimangono ancora preoccupanti: nel 2023, ben 15,7 milioni di bambini non avevano ricevuto neppure una dose di vaccino contro difterite, tetano e pertosse nel loro primo anno di vita. Queste cifre emergono da un‘indagine condotta dai collaboratori della ‘Global Burden of Disease Study Vaccine Coverage’ e pubblicata sulla rivista scientifica The Lancet. Secondo il coordinatore dello studio, Jonathan Mosser, gli sforzi degli ultimi cinquant’anni hanno prodotto risultati straordinari, ma rimangono ampie disparità. Un numero significativo di bambini continua ad essere sotto-vaccinato o completamente privo di immunizzazioni. L‘analisi evidenzia che i progressi realizzati a partire dalla metà degli anni Settanta sono stati notevoli: il numero di bambini vaccinati è più che raddoppiato, grazie all’Expanded Programme on Immunization dell’OMS, che ha raggiunto oltre 4 miliardi di minori, prevenendo 154 milioni di decessi e assicurando più di 10 miliardi di anni di salute a livello globale.
Nonostante questi risultati, con l‘inizio del nuovo millennio si è assistito a un graduale rallentamento delle vaccinazioni. Tra il 2010 e il 2019, 21 Paesi ad alto reddito hanno mostrato una diminuzione della copertura di almeno una delle vaccinazioni infantili. Soprattutto per il vaccino contro il morbillo, quasi la metà dei Paesi ha registrato un arretramento preoccupante. La pandemia ha poi aggravato ulteriormente la situazione: tra il 2020 e il 2023, 15,6 milioni di bambini non hanno ricevuto tutte e tre le dosi necessarie del vaccino contro difterite-tetano-pertosse o del vaccino anti-morbillo. Inoltre, 15,9 milioni sono stati esclusi dalla vaccinazione antipolio e 9,18 milioni non hanno ricevuto la profilassi contro la tubercolosi. Sebbene negli ultimi anni le coperture vaccinali abbiano iniziato a riprendersi, i livelli pre-Covid non sono stati ancora raggiunti, rendendo evidente la persistente fragilità del sistema di immunizzazione globale.