Mentre in Italia la paura sale e i corpi militari si preparano a un intervento in Libia per contrastare l’avanzata dell’ISIS, a Roma uno dei dirigenti di Hamas, Salah Bardawil dice: “Un intervento militare sarebbe considerato una nuova Crociata contro Paesi arabi e musulmani”, un gesto ostile quindi.
L’Italia chiede l’intervento delle Nazioni Unite, il Presidente Renzi ha presieduto una riunione con i ministri di Difesa, Estero e Interno per fare un punto sulla situazione in Libia.
Nel corso dell’incontro, informa Palazzo Chigi, è stato ribadito l’impegno italiano per una forte azione diplomatica in ambito Onu per riportare pace e sicurezza nell’area. Stasera al Viminale si riunisce il Comitato per l’ordine e la sicurezza, presieduto da Angelino Alfano, che dovrà stabilire come dislocare sul territorio nazionale i 4.800 militari chiamati alla sorveglianza dei siti e degli obiettivi sensibili.
Oggi a chiedere che sia l’Onu ad adottare una risoluzione per consentire un intervento internazionale in Libia è anche il presidente egiziano al Sisi. “Non c’è altra scelta. Naturalmente è necessario che il popolo libico sia d’accordo e ci chieda di agire per ristabilire la sicurezza e la stabilità”, ha detto alla radio francese Europe1.
l ministro dell’Interno, Angelino Alfano, ha convocato alle ore 20.00 di oggi, al Viminale, il Comitato Nazionale per l’Ordine e la Sicurezza pubblica.
All’ordine del giorno del Comitato, informa il ministero, anche l’attuazione del piano di impiego del contingente di 4.800 militari – appartenenti alle Forze Armate – nei servizi di vigilanza a siti e obiettivi sensibili. Il contingente assicurerà, in forma ampliata, la prosecuzione dell’operazione “Strade sicure” anche in relazione alle nuove esigenze contro il terrorismo.
Lidiana Iocco