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venerdì 25 Aprile 2025 - 01:39
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Il Papa fragile

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Prima foto di Francesco dal Gemelli. “Debole e fragile, segno di speranza”. Trump-Putin, posizioni vicine. L’Europa vuole “riarmi nazionali”. Giorgetti: no. Meloni ci infila i migranti. Tasse al 42%

Da ieri le discussioni sull’invisibilità del Papa sono inutili. La follia dei social e la mania web delle verità nascoste si sono dissipate in un attimo, quando la Sala Stampa ha diffuso ieri la prima foto di Francesco, coi paramenti da messa, ripreso di spalle nella cappellina del Policlinico Gemelli. Il Vaticano ha fatto sapere che Francesco ha celebrato la cerimonia domenicale. Nell’Angelus di ieri, per la quinta domenica consegnato per iscritto, il Papa ha confermato il desiderio di raccontare con franchezza tutto ciò che riguarda la sua malattia: «Sto affrontando un periodo di prova, e mi unisco a tanti fratelli e sorelle malati: fragili, in questo momento, come me. Il nostro fisico è debole ma, anche così, niente può impedirci di amare, di pregare, di donare noi stessi, di essere l’uno per l’altro, nella fede, segni luminosi di speranza». Francesco poi aggiunge: «Quanta luce risplende, in questo senso, negli ospedali e nei luoghi di cura! Quanta attenzione amorevole rischiara le stanze, i corridoi, gli ambulatori, i posti dove si svolgono i servizi più umili! Perciò vorrei invitarvi, oggi, a dare con me lode al Signore, che mai ci abbandona e che nei momenti di dolore ci mette accanto persone che riflettono un raggio del suo amore». Tante le manifestazioni di affetto per il Pontefice. Ieri di fronte al Policlinico si sono riunite decine di coppie di ballerini di tango per eseguire il ballo più amato dal Pontefice argentino. Anche i podisti di Acea Run Rome The Marathon hanno ieri fatto sentire il proprio incoraggiamento a Francesco, dedicandogli 42 secondi di silenzio, uno per ogni chilometro di gara. Bergoglio ha rinnovato l’appello per la cessazione dei conflitti in tutto il pianeta, esortando a «pregare per la pace, specialmente nei Paesi feriti dalla guerra: nella martoriata Ucraina, in Palestina, Israele, Libano, Myanmar, Sudan, Repubblica Democratica del Congo».

A proposito di pace, anche oggi notizie contrastanti. Domani Donald Trump parlerà al telefono con Vladimir Putin, oggi molti giornali sostengono che le posizioni si siano ravvicinate. La diplomazia è in movimento, non solo per il protagonismo dei sauditi e di Recep Tayyip Erdogan. Ieri Volodymyr Zelensky ha presentato un nuovo missile a lunghissima gittata che può colpire Mosca e nella conferenza stampa ha annunciato un enorme piano per la fabbricazione di nuove armi. La spesa militare dell’Ucraina dovrebbe salire a 35 miliardi l’anno (dai 10 attuali). Commenta Lorenzo Cremonesi sul Corriere: «Le industrie ucraine, compresa una miriade di piccole startup avviate da studenti universitari, vengono contattate sempre più di frequente dai grandi gruppi stranieri, compresi gli americani della Silicon Valley ed europei. Gli ucraini hanno dalla loro la possibilità di testare i loro prodotti direttamente sui campi di battaglia (…) Di recente il gigante tedesco Rheinmetall ha ricevuto l’ordine di avviare un impianto per la fabbricazione di munizioni in Ucraina. E lo stesso vale per alcuni gruppi danesi, norvegesi, svedesi e lituani». Oggi Kaja Kallas presenterà ai Ministri degli Esteri Ue un piano di spese militari da 40 miliardi.

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