Maria Teresa Meli per il Corriere della Sera intervista Goffredo Bettini, che prende le distanze dai 5 Stelle, Raggi compresa.
«Goffredo Bettini, l’alleanza con i Cinque stelle segna il passo. «Ora il morboso interesse sulle alleanze serve a poco. È il momento della “riscossa” italiana: stroncare la pandemia e rilanciare la produzione e la crescita. Ci sono dati incoraggianti. Vanno consolidati. Con criteri di giustizia e umanità. Sono aumentati i poveri come ha rilevato l’Istat e tante persone rischiano con la fine del blocco dei licenziamenti. Per questo è fondamentale l’impronta sociale che ha dato Orlando alla sua azione di governo. La “riscossa” deve essere di tutti. Senza gli egoismi del passato. Le relazioni tra il Pd i 5 Stelle mi paiono positive. Tutto è cambiato rispetto al governo Conte. Adesso ognuno avverte l’esigenza di definire con più libertà il proprio profilo. Ma questo è un bene, non un problema. Dobbiamo prepararci a un ritorno pieno della dialettica democratica. Draghi è una vera garanzia di tenuta della Repubblica. La sua funzione è insostituibile, qualsiasi ruolo avrà in futuro. Tuttavia quello attuale è un governo d’emergenza. Spero che possa varare alcune riforme importanti: la giustizia, il fisco, la Pa. Ma alla fine è indispensabile che tornino a confrontarsi centrodestra e centrosinistra». Intanto a Roma e a Torino Pd e 5 Stelle si fanno la guerra. «A Roma la presenza della Raggi, che non ha governato bene, ha impedito qualsiasi accordo. A Torino si poteva e forse si può ancora fare di più». A proposito di Torino, lì le primarie hanno visto una bassa partecipazione. «Certamente l’afflusso così scarso alle primarie impone di stabilire un livello minimo di partecipazione. Altrimenti da una festa di popolo si trasformano in una gara tra correnti interne». Tornando al M5s: Giuseppe Conte ha detto che al contrario del Pd il suo movimento cerca consensi anche al centro. Vi ha confinato a sinistra, con buona pace della vocazione maggioritaria del Partito democratico… «Cos’ è il centro? Se è le sigle di piccoli partiti, che costantemente attaccano il Pd, francamente non m’ interessa. Se, al contrario, è quella parte di cittadini semplici, popolari, democratici e moderati, che cerca un’idea collettiva di futuro, allora il centro interessa moltissimo al Pd e alla sinistra. Vi sarà in quello spazio elettorale una civile competizione con Conte.».