È stata aperta un’inchiesta per far luce sulla morte di Giuseppe De Donno, l’ex primario di pneumologia dell’ospedale Carlo Poma e ideatore della terapia anti Covid con il plasma iperimmune, trovato morto nel tardo pomeriggio di Martedì 27 Luglio 2021 con l’ipotesi di suicidio. Tuttavia gli inquirenti di Mantova, vogliono fare chiarezza sulle circostanze che hanno portato alla sua morte e, dopo aver ascoltato le testimonianze dei familiari, hanno sequestrato cellulare, pc e tablet del medico. L’ipotesi è’ quella di omicidio colposo. De Donno, che aveva 54 anni, si era dimesso dal suo ruolo all’ospedale di Mantova ai primi di giugno per cominciare, lo scorso 5 luglio, la nuova professione di medico di base nel paese di Porto Mantovano. Ancora poco chiare le circostanze che lo avrebbero portato al suicidio e del ritrovamento del corpo, avvenuto da parte dei parenti. E su questi aspetti che la procura, svolgerà accertamenti per escludere che vi siano motivi ‘esterni’ che abbiano indotto l’ex primario al suicidio. Migliaia sono gli utenti che hanno dimostrato affetto e forte dispiacere condividendo sui social la Sua immagine con la frase: “La terapia al plasma costa poco, funziona benissimo e non fa miliardi. Ed io sono un medico di campagna non un azionista di Big Pharma”. Una dichiarazione, fatta al quotidiano ‘La Verità’ che ha scatenato anche diverse dietrologie in riferimento al business dei vaccini generato dalla pandemia per le grandi case farmaceutiche che producono il siero e hanno contratti milionari con i vari governi. Secondo molti “De Donno è stato fatto uccidere” e spetterà alla magistratura provare a fare chiarezza sull’accaduto.