Il 94 per cento degli italiani non vuole truppe in Ucraina: per Panebianco la colpa è di Cl. Trump minaccia Putin. Netanyahu da Orban, Hamas uccide chi va in piazza. Myanmar: sisma e bombe
Si possono ignorare le piazze di Istanbul o di Gaza. Ma quando i sondaggi danno un verdetto inequivocabile sull’orientamento dell’opinione pubblica il nervosismo sale. È quello che si legge oggi sui nostri giornali dopo che ieri la sondaggista Alessandra Ghisleri sulla Stampa aveva dimostrato che il 94% degli italiani è contrario all’invio di truppe in Ucraina. Gustavo Zagrebelsky sullo stesso giornale, stamattina commenta: «Mi stupisce che non si raggiunga il 100%». Preoccupato invece il Corriere della Sera, scrive Angelo Panebianco con una buona dose di disprezzo: «La maggioranza “Franza o Spagna” fotografata dai sondaggi, è fonte di inquietudine». Per poi tornare ad attaccare i cattolici. «C’è l’irenismo cattolico animato non solo, secondo tradizione, dai cattolici post-dossettiani (Dossetti fu il grande avversario di De Gasperi al momento della scelta atlantica) ma che coinvolge anche altri gruppi. Antonio Polito (Corriere del 28 marzo) ha ben colto il fatto che il pacifismo integrale e, con esso, il ripudio del lascito degasperiano, coinvolgano ormai anche gruppi cattolici come Comunione e Liberazione, di tutt’altra ispirazione rispetto ai post-dossettiani». Per poi concludere che bisogna “convincere” gli stupidi italiani con una massiccia dose di propaganda: «È un lavoraccio ma qualcuno dovrà pur farlo: convincere i nostri connazionali che, nei prossimi anni, tanto le nostre vite quanto le libertà di cui godiamo dovremo cercare di difenderle insieme agli altri europei».
Da destra anche il Giornale e La Verità dedicano l’editoriale allo stesso tema. Alessandro Sallusti teme scossoni per il governo e scrive: «Paga la coerenza e, anche se sembra paradossale, i partiti del centrodestra lo sono anche nella inedita litigiosità, a tratti aspra, di questi giorni: Meloni e Tajani hanno scelto l’estate scorsa di stare nel nuovo governo europeo e provare a incidere da dentro; Salvini si è messo da subito all’opposizione senza se e senza ma della Von der Leyen. I primi due trattano e mediano, il terzo va a testa bassa contro tutto e tutti». Maurizio Belpietro invece insiste: «I numeri delle rilevazioni sono sorprendenti, perché spazzano via mesi di campagna guerrafondaia e, soprattutto, credo aiutino a capire perché Giorgia Meloni è così poco entusiasta di fronte al piano europeo di riarmo proposto da Ursula von der Leyen. Non si tratta solo di una questione finanziaria, ovvero di soldi che non ci sono e che per comprare cannoni e carri armati si dovrebbero trovare indebitandosi. È anche una questione di buon senso, dote di cui la maggioranza degli elettori, a differenza di alcuni esponenti politici, sembra essere molto dotata».
La realtà dei fatti corre da tempo su altri binari. Papa Francesco è l’unico che ha denunciato da anni la corsa agli armamenti. La spesa militare della UE è già aumentata di oltre il 30% dal 2021 al 2024, raggiungendo 326 miliardi di euro nel 2024. Inoltre, gli investimenti decisi per la difesa raggiungeranno quest’anno i 102 miliardi di euro, pari a oltre il 30% della spesa totale. Solo prendendo tre Paesi europei insieme, Germania, Francia e Italia, la loro spesa per le armi supera già oggi quella della stessa Russia. E il ReArm Eu non è ancora iniziato.
Donald Trump agita le cronache con le sue minacce ieri rivolte prevalentemente a Vladimir Putin (ma nella notte italiana ci sono state intimidazioni anche per Volodymyr Zelensky), mentre questa settimana dovrebbero scattare i famigerati dazi sui Paesi Ue. Il New York Times ha pubblicato un lungo e dettagliato resoconto del contributo americano alla resistenza ucraina negli ultimi tre anni (ripreso anche dai giornali italiani) in cui si mostra l’intreccio dell’intelligence americana con i vertici militari di Kiev. Il Corriere della Sera offre con il Dataroom di Milena Gabanelli un approfondimento sui satelliti a bassa quota (e a basso costo) “scoperti” e lanciati da Elon Musk, i cui servizi vengono oggi offerti direttamente agli Stati.
A proposito del Papa, ieri all’ Angelus con un testo scritto (lo trovate qui) Francesco è tornato a invocare la pace nel mondo, mettendo l’accento sul Sudan e solidarizzando con le vittime del terribile terremoto nel Myanmar. Oggi inizia l’Assemblea sinodale delle chiese in Italia a Roma, con centinaia di delegati da tutte le diocesi del nostro Paese. Atteso un messaggio del Papa.