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domenica 19 Gennaio 2025 - 17:39
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LA CUCCIA RADICAL CHIC

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La penna brillante di Selvaggia Lucarelli, dalle colonne del Fatto, colpisce sul fronte Capalbio. Nella capitale estiva dei radical chic c’è stato un clamoroso ritrovamento nella cuccia del cane della famiglia Montino-Cirinnà.

«La faccenda sarebbe già esilarante così (perfino i cani ormai hanno benefattori a loro insaputa), se al tutto non si aggiungesse anche una dichiarazione della senatrice che pare uno sfogo della contessa Serbelloni Mazzanti Vien dal Mare di Capalbio Lido: “Ero già nei pasticci di mio, nelle ultime settimane. Nei pochi giorni di ferie sto facendo la lavandaia, l’ortolana, la cuoca. Tutto questo perché la nostra cameriera, strapagata e messa in regola con tutti i contributi Inps, ci ha lasciati da un momento all’altro. Volete sapere il motivo? Mi ha telefonato un pomeriggio e mi ha detto, di punto in bianco: ‘Me ne vado perché mi annoio a stare da sola col cane'”. (…) Se non fosse che Landini è occupato a presidiare le indispensabili barricate contro l’obbligo del green pass nelle mense di lavoro, se non fosse che alla Festa dell’Unità il Pd invita uno che si travestiva da nazista, se non fosse che Italia Viva sta pensando a un referendum contro il reddito di cittadinanza per poi passare a proporre, in futuro, quello per l’abolizione dei cassonetti gialli della Caritas, sulle parole della Cirinnà ci sarebbe da scrivere un “Lavoro salariato e capitale” in salsa maremmana. C’è tanto di quel materiale per un trattato sociologico che io stessa mi sarei messa a scriverlo, se non fosse che si è da poco licenziata la mia dattilografa, sono nei pasticci e non intendo fare l’amanuense. Un po’ come la Cirinnà, insomma, la quale ci spiega che, tapina, è costretta a fare LA LAVANDAIA, L’ORTOLANA, LA CUOCA. Insomma, quei problemi classici della sinistra vicina alla gente: scopri che la cuccia del cane è un caveau e nel frattempo ti si licenzia la donna di servizio. Speriamo che lo schiaccia-chele per le aragoste non le si sia inceppato, altrimenti si prospetta proprio un’estate di merda, povera donna. Ma è anche il resto della dichiarazione a sembrare il definitivo scollamento di un bel pezzo di sinistra dalla realtà. Una sinistra in cui ormai, come scriveva ieri la giornalista Giuliana Sias, “ci si batte solo per i diritti civili perché ci hanno costruito il loro pubblico e le loro carriere”. ED È EMBLEMATICO come la Cirinnà parli di normali lavori domestici attingendo a un lessico dal sapore verghiano, trasformando banali mansioni casalinghe in “vecchi mestieri”. Ci mancava solo che lamentasse di dover fare anche il cocchiere e la carbonaia. Sembrano parole della nobiltà di altri tempi che immagina il mondo del lavoro fatto di manualità e fatica come una sorta di presepe vivente. Col ciabattino illuminato dallo stoppino acceso della lanterna a olio. Lavandaia, cameriera, ortolana. A sapere che avevo tutti questi titoli mi sarei messa le medagliette sul petto come Figliuolo. POI C’È QUEL sottolineare che lei la cameriera la STRApagava ed era perfino in regola, quasi stupita di se stessa, della sua magnanimità. Infine, un altro passaggio che trovo

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