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giovedì 16 Gennaio 2025 - 15:22
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LA DISEGUAGLIANZA NEI VACCINI E I PROFITTI DEI BIG PHARMA

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Nei giorni in cui si discuteva sulla sospensione dei brevetti, la Merkel e le altre autorità europee sostenevano che bisognava fare ben altro per distribuire i vaccini ai Paesi più poveri. Ma poi non c’è stata nessuna iniziativa per colmare la diseguaglianza globale. Il Fatto anticipa un articolo di Civiltà Cattolica, la rivista dei gesuiti, su questo tema:

«Fino al 4 maggio scorso, meno dell’8% della popolazione mondiale aveva ricevuto almeno una dose di un qualsiasi vaccino contro il Covid -19, ma l’80% delle vaccinazioni praticate era avvenuto in sole dieci Nazioni. Ciò non dipende soltanto dal fatto che i Paesi ricchi hanno acquistato tutte le dosi disponibili, ma anche dalla constatazione che, semplicemente, non ci sono state dosi sufficienti per soddisfare tutte le richieste. L’intera produzione di Moderna e più del 96% di quella di Pfizer/BioNTech sono state acquistate da Paesi sviluppati, e la distribuzione del vaccino di AstraZeneca/Università di Oxford è andata prevalentemente all’Europa. Secondo stime della Gavi, l’Alleanza mondiale per vaccini e immunizzazione, i Paesi sviluppati hanno incamerato un numero di dosi dei principali vaccini sufficiente a immunizzare per tre volte i loro cittadini, mentre le Nazioni più povere potranno ritenersi fortunate se nel corso del 2021 riusciranno a somministrare una dose per ogni dieci abitanti. Questa penuria è in grande misura voluta. La produzione di vaccini è stata limitata dal rifiuto delle case farmaceutiche di condividere conoscenze e tecnologia. Nonostante il fatto che le imprese produttrici dei vaccini approvati abbiano goduto di sussidi pubblici e della ricerca finanziata con fondi pubblici, esse hanno comunque approfittato della protezione dei loro brevetti per mantenere un potere oligopolico, limitandola produzione alle loro fabbriche e a un esiguo numero di aziende alle quali hanno concesso licenze. Secondo la piattaforma multimediale per la comunità di sviluppo globale Devex, i governi hanno destinato fondi pubblici per l’astronomica cifra di 37.700 milioni di dollari alla ricerca, allo sviluppo, alla distribuzione e all’applicazione di vaccini, mentre il settore privato vi ha investito un quarto di quell’ammontare: 9.500 milioni. Inoltre, non sono stati resi pubblici gli accordi di licenza con i singoli Paesi e viene osteggiata la proposta, presentata al WTO da India e Sudafrica, di sospendere per tutta la durata della pandemia il pagamento dei diritti di proprietà intellettuale di tali vaccini. Questa tutela del WTO era già stata attivata nel caso dell’Aids, in seguito a una campagna internazionale volta a rendere disponibili trattamenti generici che potessero essere fabbricati a costi inferiori da altre Nazioni. La proposta di ripeterla per il Covid-19 gode dell’appoggio di un centinaio di Stati, ma trova l’opposizione di vari Paesi che sono sede di grandi aziende farmaceutiche».

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