Soddisfazione per il traguardo raggiunto, ieri mattina, dell’80 per cento dei vaccinati con due dosi over 12 e niente quarantena per le scuole. Il punto sulla pandemia di Valentina Santarpia per il Corriere.
«Uso mirato dei tamponi per consentire, proprio per la specificità del contatto, di poter permettere la didattica in presenza»: lo aveva anticipato Silvio Brusaferro, presidente dell’Istituto superiore di sanità, come sarebbero cambiate le regole della quarantena a scuola. E adesso iniziano a circolare i dettagli della bozza preparata dall’Iss insieme al ministero della Salute e a quello dell’Istruzione, che aspetta la firma delle Regioni, la prossima settimana, per diventare ufficiale. I test dunque saranno la chiave per valutare quando e se necessario fermare l’attività didattica in presenza per sostituirla con quella a distanza. Mentre oggi, appena uno studente risulta positivo al Covid, l’intera classe resta a casa, con le nuove regole gli studenti saranno sottoposti tutti a tampone e, se negativi, potranno continuare a frequentare le lezioni in presenza. È il «modello Bolzano», dove l’amministrazione della Provincia autonoma ha fin dall’inizio dell’anno lanciato screening a tappeto con tamponi nasali in tutte le classi. La partecipazione, in Alto Adige, è volontaria, ma in caso di un compagno positivo solo chi non accetta di sottoporsi ai test finisce in Dad, mentre gli altri alunni restano in presenza. Nel caso del piano che sta predisponendo il governo a livello nazionale, si prevede che a distanza di cinque giorni i test vengano ripetuti: nel caso in cui ci sia un altro positivo, gli alunni non vaccinati andranno in Dad, quelli vaccinati potranno restare in classe. Solo se si trovano tre positivi, scatta la quarantena per tutti, di dieci giorni per i non vaccinati e di sette per i vaccinati. Per gli studenti sotto i 12 anni, la quarantena scatta per tutti dopo due casi positivi. Nelle scuole dell’infanzia e nei nidi, la quarantena inizia subito, alla segnalazione del primo caso: non essendo obbligatoria la mascherina, il rischio contagio è più alto. C’è un altro elemento che sicuramente cambierà per la gestione dei casi: si introdurranno misure per valutare in maniera meno restrittiva il concetto di contatto stretto. Soddisfatti ma prudenti i dirigenti scolastici, che hanno per settimane chiesto regole chiare: «In linea di principio si tratta di regole migliorative, ma vorrei leggere la versione definitiva», dice Antonello Giannelli, presidente dell’associazione nazionale presidi. Cauta Maddalena Gissi, segretaria della Cisl scuola: «Mi auguro per le scuole che ci siano indicazioni univoche e che non si deleghino indicazioni sanitarie ai dirigenti scolastici. Sulle quarantene deve esserci una procedura definita puntualmente». Il timore è legato alla supervisione, nelle mani delle Asl, che spesso non riescono a rispondere in tempi stretti, non avendo personale dedicato, o che agiscono, come emerso nei giorni scorsi, in maniera difforme sul territorio nazionale. La nuova procedura dovrebbe semplificare un po’ il loro lavoro ma non è detto che abbia lo stesso effetto sulla gestione dei casi. Poi c’è chi teme, come Elvira Serafini (Snals), che un allentamento porti una «trasmissione troppo veloce del virus». In realtà il governo sta «allargando le maglie» solo perché «la situazione epidemiologica è largamente favorevole, continua a migliorare – come sottolinea Franco Locatelli, coordinatore Cts – e la scuola non ha impattato negativamente».».