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La musica in crisi. Settore al tracollo, servono sgravi e tempi certi. Le 10 proposte per ripartire

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Con il decreto del 4 marzo 2020, il Governo ha sospeso le manifestazioni, gli eventi e gli spettacoli di qualsiasi natura. In seguito sono state chiuse, prima a livello locale, poi a livello nazionale tutte le attività commerciali incluse ovviamente anche gli esercizi attivi nel commercio di musica registrata.

Fondi di emergenza e sgravi fiscali, ma anche indicazioni certe sulle tempistiche per la ripresa per poter programmare il futuro. E’ un grido d’allarme quello lanciato dalle principali associazioni che rappresentano la filiera imprenditoriale della musica, dal live alle case discografiche, e gli editori musicali, che hanno trasmesso oggi al presidente del Consiglio Conte e ai ministri dei beni Culturali e dell’Economia, Franceschini e Gualtieri, un documento nel quale propongono una serie di interventi, evidenziando lo stato di crisi dell’intero comparto.

Le associazioni firmatarie, AFI, Anem, Assomusica, FEM, FIMI e PMI descrivono una situazione drammatica che potrebbe protrarsi per lunghi mesi, soprattutto con riferimento al blocco degli eventi, e chiedono tempi certi per programmare la ripartenza. Secondo le stime di Assomusica, a fine stagione estiva ammonteranno a circa 350 milioni di euro le perdite per il solo settore del live. A questo danno vanno aggiunte poi anche le perdite legate all’indotto, che l’Associazione stima in circa 600 milioni di euro. A livello di economia del lavoro, solo per gli eventi di musica popolare contemporanea lavorano circa 60 mila persone.

A questo si sono ben presto aggiunti i danni relativi al mancato versamento dei diritti d’autore e connessi. Il potenziale danno, per gli autori e per gli editori musicali, è stimato da Siae per il 2020 in circa 200 milioni di euro. Le vendite di prodotto fisico (CD e vinili) sono crollate di oltre il 70% tra marzo e aprile e anche il digitale, a causa della contrazione di novità in uscita (per l’impossibilità di presentare novità e per la chiusura delle sale di registrazione) non è in grado di compensare il declino generale. Si prevede un contraccolpo con oltre 100 milioni di mancati ricavi solo nel 2020. Drammatici anche gli effetti sul lavoro.

Le associazioni, sottolineando l’importanza di una corretta approvazione della direttiva europea sul copyright, lanciano dieci proposte; tra interventi urgenti a fondo perduto, manovre fiscali e azioni operative:

Aumento del fondo emergenze e contributi a fondo perduto
La prima proposta è legata al fondo emergenze (Art. 89 – DL Cura Italia), da aumentare a 200 milioni. Per la ripartizione dovranno essere elaborati criteri oggettivi, prendendo come parametro di riferimento le percentuali effettive di calo di fatturato. Una quota dovrà sicuramente andare a quei soggetti e quelle imprese che non usufruiscono di contributi pubblici e che non godono di una rete di protezione.

Inoltreseconda proposta – è necessario stanziare contributi a fondo perduto per i mesi di lavoro persi a causa del lockdown.

Sospensione delle tasse e dei contributi
Un misura che dovrà andare di pari passo con lo stanziamento dei contributi economici è – secondo le associazioni – la sospensione di tasse e contributi per le industrie del settore musica per l’esercizio 2020. Si dovranno poi posticipare le contribuzioni con un meccanismo di rateizzazione pluriennale.

Estensione della durata dei voucher
In caso di concerti annullati si richiede l’estensione della durata dei voucher da 12 a minimo 18 mesi (art. 88 DL Cura Italia).

Bonus cultura
L’attuale bonus istituito per i diciottenni potrebbe essere esteso: si suggerisce la creazione di un bonus cultura per le famiglie.

Tax credit per le produzioni e IVA al 4%
Il tax credit – oggi previsto solo per l’opera prima, seconda e terza – potrebbe essere esteso a tutte le produzioni musicali così come avviene nel cinema. Inoltre l’IVA per la musica e lo spettacolo potrebbe essere abbassata al 4%.

Reddito di emergenza anche per i contratti a chiamata
L’annunciato reddito di emergenza deve coinvolgere anche contratti a chiamata e precari del settore dello spettacolo, ad oggi non compresi nell’articolo 38.

Revisione delle pendenze erariali
Per appianare tutte le asimmetrie nell’applicazione dell’IVA sugli spettacoli dal vivo gli organizzatori chiedono la revisione delle pendenze erariali.

Tavolo tecnico di confronto
Viene invocata l’apertura di un tavolo tecnico di confronto con il Comitato tecnico-scientifico e la Task Force presieduta dal Dott. Colao, con la presenza di una rappresentanza delle Associazioni in grado di fornire indicazioni sugli strumenti di controllo e prevenzione da adottare in futuro alla ripresa delle attività live. In questa sede si dovranno studiare sistemi per la formazione del personale di sicurezza (che dovrà ad esempio utilizzare strumentazioni come termoscanner) in vista della ripresa dell’attività live.

Ripresa delle attività
L’intero comparto chiede certezza sui tempi per la ripresa delle attività ai fini di una efficace programmazione dei lavori.

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