La invoca Roberto Benigni davanti al Papa e a 50mila persone. La chiede Cacciari all’Europa. Attacco a Rafah, razzi di Hamas su Tel Aviv. Dietrofront di Meloni sul referendum. Cattolici uniti al voto?
Ringiovanito, allegro, non certo stanco di tanti saluti e abbracci. Papa Francesco si è goduto la due giorni della Giornata Mondiale dei Bambini, immergendosi nell’incontro con loro. Dialogando, ascoltando ma anche proponendo un Catechismo semplice. “Pregate per i genitori, per i nonni, per i bambini ammalati”, ha esortato il Papa ieri in piazza San Pietro, e ha aggiunto: “pregate sempre e soprattutto per la pace, perché non ci siano le guerre”. Francesco ha spiegato uno dei misteri più profondi della vita cristiana: la Trinità di cui ieri si celebrava la ricorrenza liturgica. Poi ha lasciato la parola a Roberto Benigni, che ha parlato con la sua consueta passione e ironia, dal sagrato di Piazza san Pietro. Comico e poetico insieme, Benigni ha scherzato sulla popolarità mondiale di papa Francesco: “Sulla scheda elettorale ci scriviamo Jorge Mario Bergoglio detto Francesco. Facciamo il campo largo e vinciamo subito”. Ma il cuore del suo discorso, che ha riecheggiato Gianni Rodari, è stata l’esortazione a coltivare la poesia e la bellezza, le parole come antidoto alla guerra. «Costruite un mondo migliore! Noi non ci siamo riusciti. Cercate di fare le cose belle, rendete gli altri felici, e per farlo bisogna essere felici». Con Avvenire di domani torneremo sulle due giornate dei Bambini.