10 C
Napoli
domenica 19 Gennaio 2025 - 04:27
HomeAttualitàLa Siria? A casa loro

La Siria? A casa loro

-

All’Europa, e all’Italia, di Damasco non importa nulla. Tranne che non arrivino i profughi. Israele bombarda e invade, Erdogan protesta. Bibi alla sbarra. Meloni “potente”. Caffo condannato.

Non importa che Israele invada anche la Siria e bombardi a tappeto. Non contano le preoccupazioni di chi teme un nuovo Afghanistan o una nuova Libia. Per non parlare delle ansie dei cristiani. O del destino dei curdi. All’Europa, anche all’Italia, preme solo che non arrivino più migranti da accogliere. Rapidissima reazione, fulminea: tirate su quei muri, chiudete i confini! Oggi è una di quelle mattine che ci sembra di aver letto male i giornali o di aver equivocato la notizia in tv. Il Corriere della Sera intervista il nuovo premier della Damasco liberata e il titolone non è sulle bombe di Israele, né sui rapporti con la Turchia o la Russia, né su come si comporterà il governo islamico con le donne e con le minoranze. No, sono temi secondari. Il titolone di apertura, infatti, recita: “La mia Siria apre ai profughi”. Ah ecco!

In realtà le notizie dalla Siria liberata sono tante. Oltre alle immediate decisioni sulle chiusure delle frontiere, è stato convocato il G7 per il prossimo fine settimana. Due le massicce operazioni militari che si sono riversato sul Paese libero dal regime feroce di Assad: quella degli israeliani che hanno a lungo bombardato e invaso il territorio fino a pochi chilometri dalla capitale. E quella dei turchi che hanno bombardato nella zona controllata dai curdi. Recep Tayyip Erdogan ha fatto una raffica di telefonate (anche con Giorgia Meloni) ai leader europei ed occidentali chiedendo di fermare Israele che starebbe oltrepassando i confini della Siria. Il nuovo governo islamico è prudente, mentre si moltiplicano gli inevitabili regolamenti di conti del post-dittatura.

L’esperto orientalista Olivier Roy, in un’intervista ad Avvenire, dà credito al tentativo jihadista “nazionale” di Al Jolani ma mette in guardia su un Paese di fatto ancora diviso in tre zone: quella “liberata” di Damasco, la zona controllata dai curdi e quella nelle mani degli alauiti, fino all’ultimo fedelissimi di Assad. La Siria resta divisa ed economicamente in ginocchio. Padre Firas Lutfi, 49 anni, superiore dei francescani a Damasco e parroco del convento San Paolo, racconta al Corriere che non ha potuto celebrare la messa per l’Immacolata. E dice: «C’è attesa, angoscia, e tante domande. Stamattina una mia parrocchiana mi ha chiesto: è vero che vengono a tagliarci la gola?».

Il premier israeliano Benjamin Netanyahu è sotto processo a Tel Aviv. Ieri ha attaccato la stampa e non si è voluto sedere sul banco degli imputati. Intanto si infittiscono le voci di un possibile accordo su Gaza e gli ostaggi ancora nelle mani di Hamas. Oggi papa Francesco riceve il presidente palestinese Abu Mazen a Roma.

A proposito di Roma, Giorgia Meloni è stata designata da Politico come “la persona più potente” della politica europea. È un bel riconoscimento, che rende onore alla sua capacità di politica estera, soprattutto per i rapporti con Joe Biden, Elon Musk e Ursula von der Leyen. Certo, i leader di Francia e Germania sono proprio mal messi…

Era stato difeso pubblicamente da Chiara Valerio e da Roberto Saviano ma è arrivata una prima condanna a 4 anni per Leonardo Caffo, il docente di Filosofia accusato di maltrattamenti e lesioni gravi alla ex fidanzata. Sconcertante il suo commento: «Va bene educarne uno per colpirne mille, io sono stato colpito. Su un piano morale chiedo scusa». Su quale piano invece non chiede scusa?

Articoli correlati

- Advertisment -