Nel 2023 il tasso di variazione del Pil italiano in volume è pari a 0,7%, 0,2 punti percentuali in meno rispetto alla stima del marzo scorso. Lo rende noto l’Istat in base alla revisione generale dei Conti economici nazionali. Sulla base dei nuovi dati, nel 2022 il Pil in volume è aumentato del 4,7%, al rialzo di 0,7 punti percentuali, nel 2021 è cresciuto dell’8,9%, con una revisione di +0,6 punti percentuali. Il deficit italiano in rapporto al Pil nel 2023 è pari al 7,2%, migliorato rispetto alla stima pubblicata ad aprile che indicava -7,4%. Lo rende noto l’Istat che ha rivisto anche le stime sul 2022 a 8,1% dall’8,6% stimato in primavera.
Migliorano poi le stime sul debito italiano nel 2023. Secondo le ultime revisioni dei conti economici nazionali, il rapporto con il Pil si è attestato al 134,6%. Nel Def e nell’ultimo comunicato dell’Istituto di statistica di aprile era indicato un rapporto al 137,3%
La pressione fiscale in Italia è scesa nel 2023 al 41,5% del Pil contro il 41,7% del 2022. Lo rende noto l’Istat spiegando che il calo fa seguito a un aumento delle entrate fiscali e contributive (6,0%) inferiore rispetto a quello del Pil a prezzi correnti (+6,6%).
“La revisione dei dati comunicati oggi da Istat è di lieve entità e non cambiano i principi e il quadro del Piano strutturale di bilancio già esaminato dal Cdm lo scorso 17 settembre”, ha detto il ministro dell’Economia e delle finanze Giancarlo Giorgetti. “Il Psb sarà rifinito – aggiunge il ministro – alla luce dei numeri comunicati oggi da Istat”.