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Medio Oriente, Trump: “Annientati i siti nucleari”. L’Iran: “Gli Usa sono entrati in guerra”

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Unautorevole fonte israeliana, garantendo l’anonimato per motivi di sicurezza, ha rivelato all’ANSA che il recente attacco dei caccia dell’Aviazione israeliana (IAF) ai cancelli della prigione di Evin a Teheran sarebbe parte di una strategia volta a liberare dissidenti in un potenziale scenario di proteste interne, finalizzate a minare l’attuale governo iraniano. Gli obiettivi strategici includono anche la pressione sul regime degli ayatollah per porre fine allattuale conflitto e avviare negoziati sul nucleare. Si prevedono ulteriori raid aerei israeliani nelle prossime ore, intensificando le operazioni con l’intento di ottenere rilevanti risultati sia militari che politici. Il sistema giudiziario iraniano, attraverso il portale Mizan Online, ha comunicato su X (ex Twitter) che “nell‘ultimo attacco del regime sionista a Teheran, alcuni proiettili hanno colpito la prigione di Evin, provocando danni ad alcune sue strutture.
L’istituzione ha assicurato che sono state mobilitate tutte le risorse necessarie a gestire la situazione, mantenendo il complesso carcerario “sotto controllo”. Da parte sua, l’Iran considera gli attacchi di Israele e degli Stati Uniti illegittimi e ribadisce il diritto di difendere la propria sovranità. Lo ha dichiarato il ministro degli Esteri iraniano Abbas Araghchi durante un incontro al Cremlino con Vladimir Putin, come riportato dall’agenzia Interfax. Il presidente russo Vladimir Putin, riferendosi agli avvenimenti, ha affermato che “l’aggressione non provocata contro l’Iran non ha alcuna giustificazione“. Il suo intervento durante l‘incontro con Araghchi sottolinea le crescenti tensioni nella regione. Intanto, i bombardamenti americani sembrano aver causato ingenti danni all’impianto sotterraneo di arricchimento dell’uranio di Fordow, situato in Iran. A confermarlo è Rafael Grossi, capo dell‘Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica (AIEA), citato dal Times of Israel. Grossi ha specificato che “data la potenza esplosiva utilizzata e la sensibilità alle vibrazioni delle centrifughe, è probabile che i danni siano molto gravi”.
Questo è quanto emerso durante una riunione straordinaria del Consiglio dei Governatori dell’AIEA. Iran International riferisce inoltre che l’attacco aereo israeliano alla prigione di Evin avrebbe puntato direttamente all’ingresso principale del carcere, presumibilmente per agevolare una fuga di prigionieri. La prigione di Evin è nota per essere un complesso fortemente sorvegliato dove vengono detenuti prigionieri politici, giornalisti, accademici, attivisti per i diritti umani e altri dissidenti.
Nel frattempo, il direttore generale dell’AIEA, Rafael Grossi, ha richiesto accesso urgente ai siti nucleari iraniani per verificare lo stato delle scorte di uranio arricchito vicine al livello necessario per la fabbricazione di un’arma atomica. Parlando a Vienna durante una riunione d’emergenza, Grossi ha sottolineato l’importanza di unispezione diretta al sito: “Dobbiamo garantire il ritorno degli ispettori per fare un inventario delle scorte di uranio, in particolare dei 400 chili arricchiti al 60%”. Ha inoltre menzionato una comunicazione ricevuta da Teheran lo scorso 13 giugno in cui si notificava l’adozione di “misure speciali per proteggere le apparecchiature e i materiali nucleari”.

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