Le interrogazioni parlamentari da un lato e dall’altro i timori sulle possibili ripercussioni sull’organizzazione del G7 della Cultura che si svolgerà dal 19 al 21 settembre, tra Napoli e Pompei. Si infittisce il mistero sul caso della “consulente” mancata del ministro della Cultura Maria Rosaria Boccia, ma Giorgia Meloni difende Sangiuliano e assicura che la vicenda non comporterà alcuna conseguenza sulla sicurezza dell’evento.
Il titolare del dicastero, dice la premier, “mi garantisce che questa persona non ha avuto accesso a nessun documento riservato, particolarmente per quello che riguarda il G7 e soprattutto mi garantisce che neanche un euro degli italiani e dei soldi pubblici è stato speso per questa persona”.
Soprattutto, “queste sono le cose che a me interessano per i profili di governo, poi il gossip lo lascio ad altri perché non ritengo di doverlo commentare io”. Perdura invece il silenzio al Collegio Romano, dove è stato avvistato oggi il ministro anche per mettere a punto il programma per il G7 che dovrebbe essere reso noto nei prossimi giorni. Il fatto è che le nuove evidenze emerse dall’affaire Boccia segnalavano proprio l’indiscreta presenza dell’imprenditrice in occasione dei sopralluoghi effettuati dallo staff del ministro a Pompei dove sarebbero stati in programma per i rappresentanti dei governi stranieri una visita al Parco archeologico, un concerto della direttrice d’orchestra e consigliera del ministro, Beatrice Venezi, e una cena nella Palestra Grande.
E per la cui organizzazione sarebbe partita una mail, pubblicata da Dagospia, del direttore del Parco di Pompei, l’archeologo tedesco Gabriel Zuchtriegel, che aveva in copia non solo i funzionari del ministero, come il capo della segreteria tecnica, il consigliere diplomatico, ma anche lei, Maria Rosaria Boccia. Che sarebbe stata quindi informata, al pari degli addetti autorizzati, del possibile percorso che effettueranno i ministri. “Il G7 cultura è ancora sicuro?”, attacca dall’opposizione il Pd.