Montanari continua la sua personale battaglia contro Salvini, non esitando a parlarne ancora sempre durante la trasmissione “Otto e mezzo”, trasmissione condotta da Lilli Gruber su La7. Analizzando il consenso popolare nei confronti della Lega, la scorsa volta “Dire che se avessi un figlio omosessuale lo vorrei nel forno, non salvare i naufraghi in mare, sequestrare i migranti sulle navi e volere i pieni poteri sono tutte cose incompatibili con la nostra Costituzione”, aveva dichiarato lo scrittore.”Ricordo che il 900 è un catalogo di orrori perpetrati da partiti che hanno ricevuto il consenso. Hitler è andato al governo avendo il consenso. E io credo che il problema sia capire se il progetto della Lega sia compatibile con il progetto della Costituzione. E penso che per molti versi non lo sia”. “Cosa pensa di queste manifestazioni pubbliche di fede?”, domanda la Gruber al suo ospite, ben consapevole di quello che sarebbe stato il tono della risposta.
“Sono rivoltanti, direi, ripugnanti”, sentenzia Tomaso Montanari dall’alto della sua cattedra. “Nel vangelo c’è scritto che sono i farisei che chiedono i primi posti nelle sinagoghe, che fanno suonare le trombe prima di fare gli atti di pietà o di devozione”, spiega lo scrittore facendo emergere un inatteso lato da catechista.
“Questo è un uso strumentale è un’ostentazione. Ma poi c’è un problema più profondo: cattolico vuol dire universale”, spiega Montanari prendendo una pagina a caso del suo personalissimo dizionario di sinonimi e contrari. “Se c’è un messaggio rivoluzionario e dirompente è quello che dice San Paolo: ‘Non esiste più nè giudeo nè greco, nè libero nè schiavo, nè uomo nè donna’. L’idea di usare il cristianesimo, il cattolicesimo, come una clava identitaria nazionalista è proprio la negazione più assoluta dei valori evangelici. So bene”, prosegue Montanari, “che c’è una lunga storia che si è incaricata di fare questo, dalle Crociate e da ben prima, ma è un errore molto grave e io, francamente dispiace dirlo, ma non vedo nulla che sia puramente strumentale e appunto non più a favore delle trombe come nei tempi di Gesù ma delle telecamere. Lo trovo ripugnante“, chiude lo scrittore.