Al secondo turno del torneo di Montecarlo, Matteo Berrettini è riuscito nel “colpaccio” che aveva sognato. Così si era espresso, dichiarando di avere le sue chance il tennista romano, n.34 ATP, alla vigilia del suo match con Sascha Zverev, il tedesco n.2 del mondo. A dispetto di un brutto primo set, perso 6-2 di fronte a uno Zverev molto più aggressivo del solito e cominciato con un break subito nel primissimo game, Berrettini ha colto la vittoria più importante della carriera (26 63 75 in 2h e 27 minuti) in termini di classifica, perché mai aveva battuto in precedenza un numero 2 ATP.
In tanti anni Berrettini aveva superato due n.3, Thiem e Ruud, ma su campi veloci, e solo un n.5 sulla terra rossa; al Foro Italico nel 2019 e contro il campione in carica, proprio Zverev. Il suo record nei duelli contro i top-5 era piuttosto modesto: 5 vittorie a fronte di 19 sconfitte.
“La mia vittoria più importante di sempre? Beh, però ho anche battuto Djokovic, ho raggiunto una finale a Wimbledon (2021)…è difficile dirlo, certo un n.2 non l’avevo mai sconfitto e ora sono felicissimo. E’ stata una vittoria frutto del lavoro e del…cuore. Tre anni fa qui a Montecarlo mi feci male ed era stato uno dei miei giorni più tristi e brutti…ci tenevo a far bene qui”. Anche se Matteo in 4 partecipazioni al Country Club aveva perso tre volte al primo turno. Molti dritti sbagliati nel primo set non l’hanno però scoraggiato. Vero che Zverev, tennista che non sembra essersi ripreso dal trauma della secca sconfitta nella finale dell’Open d’Australia quando con Sinner non era stato capace di conquistare neppure una palla break, dal secondo set in poi è nettamente calato, è arretrato sempre più spesso dietro la riga di fondocampo lasciando l’iniziativa a Berrettini che grazie a un break conquistato nel sesto game, 4-2, ha difeso a 0 e 15 i successivi due turni di servizio per un 6-3 che voleva dire pareggio dei set.