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venerdì 6 Dicembre 2024 - 10:43
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Napoli, la nonna del caffè lancia l’allarme: “Non facciamo fare al caffè la fine della pizza”

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A Napoli il caffè è più di una bevanda: è un rito quotidiano, una pausa, un simbolo di convivialità. Ma per Nonna Maria De Vivo, 89 anni e una vita dedicata al caffè, questa tradizione rischia di finire nelle mani delle logiche di mercato. “Guardate la pizza: un tempo popolare, oggi una margherita costa quanto un primo piatto al ristorante. Il caffè non deve fare la stessa fine!”, avverte. E con la stessa determinazione con cui ha guidato la sua attività fin dal 1950, lancia un appello: il caffè deve rimanere un bene accessibile a tutti.

L’occasione per parlare è importante: “Caffè della Nonna” – il marchio creato dai nipoti Gian Maria, Matteo e Fabio Peduto – inaugura il suo terzo e più grande punto vendita a Napoli, nel quartiere Vomero, in via Cilea. Nonostante l’espansione, il cuore pulsante dell’impresa resta fedele alla filosofia della fondatrice: qualità e prezzo contenuto.

Una tradizione che resiste alla modernità

“Abbiamo provato a convincerla che i rincari sono inevitabili, ma nulla da fare”, scherzano i tre nipoti, parlando dell’ostinazione della nonna. E fanno bene a sorriderne, perché è proprio quella “capa tosta” a rappresentare la forza e l’anima di un marchio che vuole restare fedele alle sue radici.

Nonna Maria, sempre attiva nelle decisioni aziendali nonostante abbia passato il testimone, è convinta che il caffè sia prima di tutto un momento di aggregazione, un simbolo di accoglienza. “È parte della nostra identità popolare. Non possiamo permettere che il mercato lo trasformi in un lusso per pochi. Bisogna proteggerlo”, spiega.

Un pensiero che non si limita alle parole: mentre il prezzo medio del caffè al bar in Italia cresce (con una proiezione che potrebbe portarlo presto a 2 euro), i prodotti di “Caffè della Nonna” rimangono tra i più competitivi sul mercato. Un vero atto di resistenza commerciale che punta a tutelare la tradizione.

Il rammarico per l’UNESCO e l’impegno per il futuro

La famiglia Peduto non nasconde il dispiacere per l’occasione mancata di far riconoscere il rito del caffè napoletano come Patrimonio dell’Umanità UNESCO. “Abbiamo sperato fino all’ultimo, sarebbe stato un traguardo incredibile per una tradizione così radicata nella nostra cultura”, spiegano i nipoti. Ma il rammarico non ferma l’entusiasmo: “Non serve un riconoscimento ufficiale per capire quanto il caffè rappresenti l’essenza dell’accoglienza e della convivialità napoletana”.

L’apertura del nuovo maxistore a via Cilea è l’ennesima dimostrazione di come il brand stia crescendo, ma senza mai perdere di vista il suo obiettivo: salvaguardare un rituale che, per Napoli, è sinonimo di calore, intensità e spirito di comunità.

Un messaggio per Napoli e oltre

“Non è solo questione di affari, è una questione culturale”, ribadisce Nonna Maria. E i nipoti sono pronti a raccogliere il suo invito: mantenere prezzi accessibili, diffondere la cultura del caffè napoletano e garantire che resti un momento di piacere alla portata di tutti.

Mentre il nuovo punto vendita accoglie i primi clienti, una cosa è certa: Nonna Maria e la sua famiglia non hanno alcuna intenzione di lasciare che il caffè perda la sua anima popolare. E così, tazzina dopo tazzina, Napoli continua a respirare la sua storia.

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