In Italia nel 2020 lo spreco alimentare è diminuito, ma il dato è dovuto anche all’emergenza Covid-19 e, comunque, sono 5,2 milioni le tonnellate di cibo finite nella spazzatura. 6 miliardi e 403 milioni di spreco alimentare nelle case italiane e oltre 3,2 miliardi di perdite sui campi, nel commercio e nella distribuzione. Si riduco gli scarti soprattutto al Nord, mentre c’è più disattenzione al Sud. Secondo l’indagine Ipsos, a casa accade soprattutto perché ci si dimentica di avere alimenti che si deteriorano a ridosso della scadenza. Spesso invece la causa è che si acquista troppo o si calcola male il cibo di cui si necessita per il fabbisogno. Secondo quanto emerge da un sondaggio di Coldiretti, a contribuire al taglio degli sprechi alimentati non è solo la consapevolezza ritrovata, ma anche le nuove abitudini, come “il ritorno della gavetta portata al lavoro per più di un italiano su due (53%), magari recuperando gli avanzi della sera prima”. l maggior tempo passato in cucina per i lockdown e l’esigenza di ridurre al minimo i contatti per paura dei contagi hanno portato a una tendenza alla “autarchia”, favorita anche dalle difficoltà vissute dalla ristorazione. Non si tratta solo di un problema economico ed ambientale “ma anche morale – sottolinea Coldiretti – se si pensa che sono 4 milioni gli italiani costretti a chiedere aiuto per mangiare nel 2020, un numero praticamente raddoppiato rispetto all’anno precedente”.