Indagati per truffa a danno di un ente pubblico e falsa attestazione, ritornano i furbetti del cartellino.
Andavano a fare la spesa, oppure a fare sport dopo aver timbrato il cartellino che attestava che loro erano a lavoro.
Per otto di loro sono scattati gli arresti domiciliari, e per altri 14 l’obbligo di dimora.
Coloro i quali sono i destinatari del provvedimento cautelare sono dipendenti del Comune di Palermo (11), del Co.I.M.E. (tre) e della Re.Se.T. (14), in servizio presso i Cantieri Culturali della Zisa.
Tra di loro anche una persona indagata per mafia.
Le indagini fatte da appostamenti, pedinamenti e telecamere nascoste hanno fatto emergere i dipendenti infedeli che dopo aver timbrato il cartellino, si allontanavano per svolgere attività private.
C’era pure chi come Tommaso Lo Presti, faceva risultare di essere a lavoro, mentre era ricoverato in ospedale.
Una telecamera nascosta in tre mesi, ha registrato circa mille casi che hanno determinato una falsa rendicontazione per un ammontare di circa 2.500 ore di lavoro mai prestate.

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