Grandi manovre nella politica italiana, anche in vista delle elezioni locali di ottobre. C’è un lungo articolo del Domani che analizza la scelta di Matteo Renzi di organizzare la scuola politica di Italia Viva a Ponte di Legno, nella terra d’origine di Umberto Bossi. Giovanna Faggionato.
«La scelta di organizzare la sua nuova scuola politica a Ponte di Legno, la cittadina dove Umberto Bossi ha tenuto per anni il suo comizio di Ferragosto, rivendicata esplicitamente ieri di fronte alle telecamere del Tg4, gli omaggi ripetuti alla provincia di Brescia che se fosse uno stato autonomo avrebbe un Pil «superiore ad almeno quattro stati che siedono nel Consiglio europeo» e quindi «sarebbe la numero 25 dell’elenco dei paesi europei», la sua battaglia contro il reddito di cittadinanza («la gente deve soffrire») fanno pensare che stia giocando sul terreno del leader della Lega. Di certo Renzi negli ultimi mesi ha evitato qualsiasi presa di posizione che possa essere etichettata a sinistra. Boicotta la richiesta di dimissioni del sottosegretario leghista nostalgico della Latina Littoria, Claudio Durigon, non sposa la battaglia sullo ius soli o sul ddl Zan di Enrico Letta, impegnato a spostare il Pd più a sinistra, almeno a parole. Renzi invece cita il «profondo nord», propone patti anti-tasse e sostiene di dettare la linea alla Lega: «È bastato annunciare il referendum sul reddito di cittadinanza per far fare marcia indietro a Salvini». Ma a guardare bene, la nicchia di Renzi è più selezionata. Più che il quesito referendario che il leader di Italia viva ha presentato ieri, è interessante quello che Renzi farà oggi. A Castenedolo, poco più di 10mila abitanti nella provincia bresciana, il senatore parteciperà alla presentazione di un libro dedicato all’ultimo segretario Dc, Mino Martinazzoli, che nel bresciano cercò il dialogo con la Lega e poi si rassegnò alla concorrenza, a dieci anni dalla sua scomparsa. Accanto a lui ci saranno Francesco Beschi, vescovo di Bergamo, e soprattutto la ministra della Giustizia, Marta Cartabia, e il senatore Pier Ferdinando Casini. La prima si impegna da tempo a far dimenticare la sua appartenenza a Comunione e liberazione, l’altro deve impegnarsi a marcare la sua fede, ma entrambi rivendicano il radicamento nel mondo cattolico e sono considerati in corsa per la poltrona del Quirinale. A ospitarli è Gianbattista Groli, ex sindaco e presidente dell’associazione “Mino Martinazzoli Aldo Moro”, che dal 1° settembre è il responsabile provinciale di Italia viva.».