Cambio russo alla guida della guerra: l’economista Belousov al posto di Shoigu. Blinken critica Netanyahu. Una Guantanamo israeliana? Le carte su Toti: il nodo dei bonifici. Schlein Meloni duello tv
Stamattina è la Federazione russa in primo piano. Per due notizie importanti: l’offensiva militare dell’esercito di Mosca che sta cercando di prendere la città di Kharkiv, aggirandola attraverso alcuni villaggi catturati nell’ultimo fine settimana. E le decisioni di cambiare i vertici militari del Cremlino, prese dal neo designato Vladimir Putin. Il presidente russo infatti, a sorpresa e a più di due anni dall’invasione dell’Ucraina, ha annunciato un rimpasto ai vertici della Difesa. Andrei Belousov, economista ed ex vice primo ministro, è stato nominato nuovo ministro della Difesa al posto di Sergei Shoigu, che sostituirà il capo dell’intelligence Nikolai Patrushev come segretario del Consiglio di sicurezza russo. La nomina di Belousov è da interpretare: secondo il Financial Times di Londra Putin vuole un controllo più attento sulla spesa record della Russia per la guerra. Ma c’è anche chi ritiene che il cambio demilitarizzi obiettivamente la guida dell’ “operazione speciale” e qui non sarebbe ancora chiaro il disegno. Sul campo bellico gli ucraini lanciano l’allarme sull’aggravarsi della situazione sul fronte nord-orientale mentre un missile ucraino, abbattuto da Mosca, ha colpito un condominio nella regione russa di Belgorod, uccidendo almeno 15 persone. E il Cremlino sostiene che si tratti di armi occidentali usate da Kiev.
Sul Medio Oriente il contrasto tra Casa Bianca e governo israeliano è ogni giorno più evidente. Il segretario di Stato Usa Tony Blinken, in un’intervista domenicale alla CBS, torna a criticare esplicitamente la politica di Benjamin Netanyahu per i troppi civili uccisi nelle operazioni militari a Gaza. La Cnn ieri ha diffuso un’inchiesta tv sulla detenzione dei palestinesi (vedi Foto del Giorno), che sono tenuti in cella in un’ex base militare vicina all’aeroporto di Beersheva nel deserto. In Israele, migliaia di persone hanno protestato contro il governo, chiedendo un accordo per riportare a casa gli ostaggi, elezioni anticipate e le dimissioni immediate del primo ministro. Interessante intervento di Massimo Cacciari su proteste dei giovani e dibattito delle idee. Scrive il filosofo veneto: “Siamo in guerra. Ed essere in guerra impedisce l’espressione del dissenso”.