Sabrina Ferilli spegne 60 candeline. Senso dell’umorismo, simpatia naturale, l’accento romano, la passione – a sinistra – per la politica, da sempre fanno di lei una delle attrici più amate, capace anche, cosa rara, di convogliare le simpatie e l’ammirazione di uomini e donne. L’altra passione stranota, per la Roma, la portò ad una scommessa storica: ‘Mi spoglio se vince lo scudetto’. Correva l’anno 2001: arrivò la vittoria e pure lo striptease, davanti a 100 mila persone nel Circo Massimo.
La sua carriera parte più di 35 anni fa. Sabrina Ferilli, che è nata a Fiano Romano il 28 giugno 1964, viene bocciata al provino per l’ammissione al Centro Sperimentale di Cinematografia di Cinecitta’ (“mi dissero che ero ‘troppo italiana’”, spiegherà anni dopo), ma con tenacia comincia con le prime parti. Il debutto è con Caramelle da uno sconosciuto di Franco Ferrini del 1986, ma è Ferreri, scegliendola in Diario di un vizio nel ’93, a scoprirla e Paolo Virzì a lanciarla definitivamente l’anno dopo in uno dei film ancora oggi più importanti della sua carriera, La bella vita.
Il cinema d’autore la scopre – arrivano poi Ferie d’agosto, Vite strozzate, Tu ridi – ma poi dolorosamente l’abbandona. La Ferilli pecca, e tante volte ha denunciato l’anomalia tutta italiana almeno di qualche anno fa, di fare tv e questo agli autori non va. Il cinema allora diventa commedie che ne rafforzano la popolarita’ come i cinepanettoni di Neri Parenti (Christmas in Love, Natale a New York, Natale a Beverly Hills, Natale a Cortina), A ruota libera di Vincenzo Salemme, Eccezziunale veramente 2 di Carlo Vanzina. Tranne Virzi’ che torna a chiamarla per Tutta la vita davanti e Sorrentino appunto per La grande bellezza.