Il direttore di Libero risponde direttamente ai manifestanti No Vax che l’altra sera hanno circondato, per protestare, la redazione del giornale a Milano.
«Le centinaia di manifestanti No vax che sabato sera hanno assediato la sede di Libero, scandendo minacce e insulti, non ci spaventano, né oggi né mai. Manifestare e protestare è un diritto, ci mancherebbe altro. Un diritto a cui spesso legittimamente accedono anche coloro, come in questo caso, che sono dalla parte sbagliata della cronaca e della storia. Oggi gli uomini rivoluzionari e liberi stanno dalla parte del vaccino, cioè della modernità e della consapevolezza. E noi questa libertà la usiamo a piene mani, vaccinandoci, sostenendo la campagna di vaccinazione e contrastando l’ignoranza No vax. Che ci insultino pure per questo, noi abbiamo nella mente i centoquarantamila morti di Covid, le loro famiglie, le migliaia di medici che hanno combattuto per mesi in prima linea, gli imprenditori messi in crisi dalle chiusure forzate. C’è qualche cosa di illiberale in tutto ciò? Non penso proprio, semmai è illiberale provare a tapparci la bocca. Per cui andiamo avanti e invitiamo chi ci governa a fare in fretta, semmai chiarendo che per «vaccino obbligatorio» non si intende emettere qualche milione di trattamenti sanitari obbligatori, cioè mandare la polizia nelle case dei renitenti munita di siringa. No, per «vaccino obbligatorio» si deve intendere che è obbligatorio vaccinarsi per accedere alla vita comune, sia sul lavoro che nello svago. Legge del resto già in vigore da anni per una serie di vaccini senza i quali i nostri figli e i nostri nipoti non avrebbero potuto neppure iscriversi a scuola. Chi si rifiuta di vaccinarsi accetti le conseguenze. Auguro loro di non finire i giorni intubati in una camera di rianimazione a pentirsi, come hanno fatto molti maestri No vax, e piagnucolare. Delle scuse non sappiamo che farcene e sono vicino a Franco Bechis, collega e direttore de Il Tempo, che in tv ha maledetto il medico No vax che mesi fa convinse sua madre a non vaccinarsi. Una storia assurda finita con un funerale che purtroppo non è stato quello del medico, che a quanto pare continua tranquillamente a seminare morte invece che cure. Ecco, fosse anche solo per la memoria di quella donna noi non cambiamo idea».