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domenica 8 Dicembre 2024 - 10:28
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SALVINI IN VATICANO

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Matteo Salvini sarà oggi ufficialmente ricevuto in Vaticano. Lo ha fatto sapere la Lega, mentre per la Curia è una “prassi” incontrare un parlamentare che ne faccia richiesta. Per Piero Senaldi su Libero è la conseguenza della partecipazione dei leghisti al governo Draghi.

«Più che il rosario, ha potuto il banchiere, più del fragore delle piazze, si è fatto sentire il brusio dei Palazzi. Tre anni e mezzo fa, Matteo Salvini concluse la campagna elettorale per le Politiche brandendo, e baciando, il crocifisso nel comizio finale in Piazza Duomo. È stato accertato che la mossa ha cambiato la storia, consentendo alla Lega di superare Forza Italia e volare verso il governo. Con quel gesto, l’erede di Bossi rassicurò l’elettorato moderato del centrodestra e lo portò verso di sé, ma si candidò anche a rappresentare i cattolici più tradizionalisti, che in buona parte lo ripagarono nelle urne. Le gerarchie ecclesiastiche però non gradirono. Il presidente della Cei, Gualtiero Bassetti, accusò il futuro ministro dell’Interno di usare i simboli della fede per farsi pubblicità, una sorta di marketing elettorale. La critica, durissima, andò avanti anni, finché Salvini ripose l’oggetto di culto in tasca, o lo lasciò direttamente nel comodino, ma questo non placò l’ira della Chiesa, tant’è che il Vaticano ha sempre schivato, quando non respinto seccamente, le richieste del leader della Lega di avere udienza Oltretevere. Qualcosa però oggi è cambiato, tanto che il Capitano ieri ha potuto annunciare il suo incontro odierno con il ministro degli Esteri della Santa Sede, l’arcivescovo inglese Paul Richard Gallagher. Certo, in Vaticano si sono affrettati a far trapelare che è prassi per loro incontrare per uno scambio di vedute i parlamentari che lo richiedono. Tuttavia è altrettanto vero che fino a ieri era prassi della casa chiudere la porta a Salvini e che l’argomento del confronto, la sorte dell’Afghanistan dopo l’abbandono dell’esercito americano, è di primaria importanza ma del tutto svincolata da quello che può pensare, dire o fare il capo della Lega in proposito. E allora viene naturale dedurre che il sostegno a Draghi sia il passaporto diplomatico che ha reso possibile l’incontro di oggi, il primo vero successo politico concreto di Matteo da mesi a questa parte. L’operazione di entrare a far parte della maggioranza, anche a costo di pagare un prezzo in termini di voti a danni di Fratelli d’Italia è, come Libero ha specificato fin dal primo momento, una scommessa di lungo periodo della Lega. È una scelta che si è rivelata propedeutica alla federazione con Forza Italia, che Berlusconi non avrebbe mai proposto a un Salvini all’opposizione, e alla rottura del muro di diffidenza che la sinistra alimentava presso l’opinione pubblica nei confronti del Carroccio e del suo leader, a prescindere dall’alta qualità della classe dirigente del partito. Ora questa mossa inizia a dare i suoi (sacri)frutti e l’incontro di oggi può essere un viatico».

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