Una rete di banche del sangue permette di scoprire sul nascere le nuove pandemie e di dare l’allarme in tempo.
Questa l’ambizione di Micheal Mina, epidemiologo dell’Harvard T.H. Chan School of Public Health impegnato a gettare le basi del Global Immunological Observatory, sistema di sorveglianza epidemiologica su scala mondiale.
Il new york times afferma che l’idea sarebbe quella di mettere in rete delle banche del sangue, in modo che in futuro sia possibile cercare nei campioni di plasma conservati gli anticorpi contro virus diversi. Potrebbe essere un meccanismo che preveda le pandemie future, dove si possono ricevere informazioni come entità, area di diffusione e reazione dell’organismo. Sembrerebbe necessario sorvegliare quel che resta dai soliti esami di routine, senza prelievi specifici. Il progetto per essere efficace dovrebbe coinvolgere ospedali, banche del sangue e altre strutture sanitarie di tutto il mondo per registrare dei dati in modo passivo per poi essere interpellati dagli scienziati. Un sistema di questo tipo permetterebbe di lanciare un’allerta precoce ai primi segnali di contagio anomalo e farebbe emergere informazioni che i semplici tamponi “diagnostici”, che rintracciano direttamente i virus, non danno: come si comporta davanti all’infezione il sistema immunitario? Ci sono differenze nella produzione di anticorpi dei sintomatici e degli asintomatici? In che misura la popolazione dell’area colpita era preparata a combattere l’infezione? C’era una qualche forma di immunità preesistente? Secondo Mina servirebbe un investimento di 100 milioni di dollari.