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mercoledì 30 Aprile 2025 - 13:15
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Speranze di tregua

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La missione di Blinken apre spiragli. La tela tessuta da Riad, Netanyahu teme l’Aia. Gli studenti Usa: “Non siamo terroristi”. Zuppi: “Negoziare non è una resa”. 8 giugno, trionfa l’ego democrazia

Le speranze di una tregua a Gaza sembrano oggi più concrete. Almeno a sentire ciò che ha detto il Segretario di Stato americano Tony Blinken. Il capo della diplomazia di Washington ieri era a Riad (vedi Foto del Giorno) ed oggi dovrebbe essere ad Amman e a Tel Aviv. La tela diplomatica che ha tessuto coinvolge infatti gli Stati arabi che hanno offerto la loro collaborazione ad Israele, nel momento dell’attacco missilistico dell’Iran, a cominciare proprio dall’Arabia Saudita. «Ad Hamas è stata fatta un’offerta generosa», ha detto Blinken perché lo Stato ebraico ha ridotto la richiesta di ostaggi. Soprattutto il coinvolgimento dei sauditi implica una triangolazione che potrebbe avere un disegno di grande respiro per il futuro stesso del Medio Oriente, come spiega Viviana Mazza sul Corriere di oggi. Intanto Josep Borrell ha annunciato che diversi Paesi europei sarebbero pronti a riconoscere formalmente lo Stato di Palestina, spingendo concretamente verso la soluzione dei “due Stati”.Fra di loro non ci sarebbe l’Italia, chiosa Beda Romano sul Sole 24 Ore.

Proseguono le proteste negli atenei americani a favore dei palestinesi. Dopo un primo tentativo di repressione poliziesca, l’atteggiamento dell’Amministrazione sembra cambiato. Oggi Avvenire pubblica un bel reportage di Elena Molinari dalla Columbia University, che dà voce agli studenti, compresi gli ebrei di Jewish Voice for Peace. Sostiene Ezra Levinson: «Queste università hanno accesso ai migliori studiosi del mondo e a persone che rappresentano punti di vista diversi. Perché non discutere e dibattere tutto apertamente? Una volta che un’università rinuncia a questo, sta mettendo in dubbio la ragione fondamentale della sua esistenza».

Il cardinal Matteo Zuppi ha tenuto all’Università di Trieste una lectio magistralis sulla pace e il dialogo. Ha detto ai giovani: «La logica del più forte non risolve i conflitti, ma li peggiora. E i confini devono essere cerniere, non muri. Negoziare non deve essere mai una resa».

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