“Toti mi pressava, mi telefonava in continuazione soprattutto quando si avvicinavano le elezioni, chiedeva aiuto” ma “si prendeva impegni che sapeva di non poter mantenere”. Lo ha detto, secondo quanto riportato da alcuni quotidiani, l’imprenditore della logistica Aldo Spinelli, ai domiciliari per corruzione nell’ambito dell’inchiesta che ha portato all’arresto di Giovanni Toti, del suo capo di gabinetto Matteo Cozzani e dell’ex presidente del porto ed ex ad di Iren Signorini. L’imprenditore ha spiegato alla gip Faggioni, durante l’interrogatorio di garanzia, d’essere stato messo sotto pressione dal presidente della Regione. “Ogni volta che c’era un’elezione tutti mi cercavano per chiedermi soldi – avrebbe detto -. Anche Toti lo ha fatto puntualmente. Vorrei precisare che, se controllate, quasi tutte le telefonate da lui a me, non viceversa. Diciamo che era molto presente e non mancava di contattarmi”. Spinelli, scrivono sempre i quotidiani, avrebbe dunque ventilato l’ipotesi di una possibile concussione nei suoi confronti da parte di Toti. Governatore che, avrebbe aggiunto Spinelli nell’interrogatorio davanti al giudice, “nella sua posizione privilegiata prendeva impegni che sapeva bene di non mantenere”.
Prima la richiesta di scarcerazione e poi eventualmente un interrogatorio davanti ai pubblici ministeri. E’ questa, in linea di massima, la strategia della difesa di Paolo Emilio Signorini, l’ex presidente dell’Autorità Portuale di Genova, l’unico ad essere finito in carcere nell’indagine per corruzione che ha portato ai domiciliari, tra gli altri, il governatore della Liguria Giovanni Toti.