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mercoledì 23 Aprile 2025 - 09:35
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Usa e Ue, divisi ma non troppo

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Macron e Trump concordano sulle truppe Ue in Ucraina. All’Onu Usa e Israele votano in altro modo. A Kiev i leader europei, compromesso al G7. La gente prega per Francesco. Merz: torniamo al debito

L’affetto della gente per papa Francesco merita il primo piano anche in una giornata internazionale ricca di eventi e per la verità di segnali contrastanti. La gente di ieri sera a piazza San Pietro, radunata sotto la pioggia per recitare il Rosario, ci obbliga davvero a sottolineare quanto amore e quante preghiere fra i fedeli suscitino le condizioni critiche del Pontefice, ricoverato al Gemelli da quasi due settimane. Ma l’apprensione e la commozione non vengono solo dalla Chiesa. È come se il mondo intero (ultimi ieri i messaggi del presidente Usa e del presidente francese) sentisse l’esigenza di stringersi al capezzale di un Papa affaticato dall’età e da un ministero speso nel cercare di difendere la pace e le vite degli altri, dai migranti ai bambini non nati. Un Papa “accidentato” nel fisico, e anche spesso criticato da chierici e laici, ma che oggi riceve un riconoscimento globale alla sua funzione e al suo ruolo. Come se la sua fragilità indicasse anch’essa una missione superiore. Era già successo con Giovanni Paolo II, durante la sua lunga malattia, e per certi versi anche con Benedetto XVI, tormentato dai corvi di Vatileaks. Vince qualcos’altro nel dolore e nell’apparente sconfitta: “Per favore, ricordatevi di pregare per me”. Quando all’amico cardinale honduregno Oscar Maradiaga è stato chiesto quanto il Papa possa guidare la Chiesa se il ricovero durasse a lungo lui ha detto: «Se la testa sta bene non è un ostacolo, e io penso che ancora ci sia questa possibilità. Il Santo Padre non è impedito. Io lo conosco e so che anche quando può avere qualche problema di salute, lui non lascia i suoi doveri».

Quanto il mondo intero abbia bisogno della profezia di Papa Francesco lo dimostra proprio la cronaca di ieri. È un mondo ancora in guerra dopo tre anni dall’invasione russa dell’Ucraina. Ieri a Kiev molti leader Ue hanno portato sostegno e solidarietà all’Ucraina ed è stato varato il 16esimo pacchetto di sanzioni Ue contro Mosca e già annunciato il 17esimo. All’Onu Usa e Israele non hanno votato la risoluzione sull’Ucraina come invece hanno fatto i 27, confermando quella distensione con la Russia iniziata dalla presidenza Trump. Eppure, a Washington il faccia a faccia fra Donald Trump ed Emmanuel Macron, considerato il leader europeo più anti-Putin, è stato molto cordiale. Il presidente francese ha ottenuto da quello americano una promessa importante (lui stesso ha parlato di “svolta sostanziale”): sarà una forza militare europea a garantire la pace in Ucraina. La cosa curiosa, per noi italiani, è che di fronte a Macron e alla stampa nello Studio Ovale, Trump ha voluto elogiare Giorgia Meloni, che aveva appena partecipato al G7: «Penso che l’Italia stia facendo molto bene e che abbia una leadership molto forte con Giorgia».

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