Mario Draghi annuncia: il nostro Paese donerà 45 milioni di vaccini ai Paesi poveri. Alessandra Ziniti per Repubblica.
«C’è un numero che dice tutto: in Africa solo il 2,7% della popolazione ha ricevuto il vaccino. A questo ritmo ci vorranno altri tre anni per centrare l’obiettivo già minimo che era stato fissato dall’Organizzazione mondiale della sanità che sperava già a settembre di vedere immunizzato il 10 per cento della popolazione. Il Covax, il piano vaccini mondiale, fino ad ora è stato un fallimento. E il rischio che nuove varianti rinfocolino la pandemia è alto. L’Italia è pronta a fare la sua parte. «Triplicheremo i nostri sforzi, entro la fine del 2021 doneremo 45 milioni di dosi ai Paesi poveri», ha annunciato ieri il premier Mario Draghi al Global Covid-19 Summit, a margine dell’Assemblea generale dell’Onu in perfetta sintonia con il presidente americano Biden che, da parte sua, ha comunicato che gli Usa raddoppieranno il loro contributo donando altre 500 milioni di dosi ai Paesi più poveri, grazie a un accordo raggiunto con Pfizer-BioNTech. A maggio, al Global Health Summit di Roma l’Italia si era già impegnata a donare 15 milioni di dosi di vaccino al resto del mondo ma, ha spiegato il presidente del Consiglio, «dobbiamo aumentare la nostra preparazione per le pandemie del futuro, così come la capacità produttiva di vaccini e di strumenti sanitaria in tutto il mondo, soprattutto nei Paesi più vulnerabili. Noi sosteniamo il piano dell’Unione Europea di donare un miliardo di euro per sviluppare la capacità manifatturiera in Africa e promuovere il trasferimento di tecnologie. Noi accogliamo anche l’agenda Usa-Ue per favorire i nostri comuni sforzi per una vaccinazione globale». Donare le dosi, però non basta. Il progetto Covax ha pagato lo scotto anche delle enormi difficoltà di trasporto e distribuzione delle fiale nei Paesi poveri, della mancanza di formazione del personale sanitario e della totale disinformazione delle popolazioni poco motivate a vaccinarsi. Per questo, come presidenza di turno del G20, l’Italia intende lavorare per il coordinamento della risposta globale. «Nella lotta al Covid abbiamo fatto grandi progressi ma ci sono ancora grandi disuguaglianze nella distribuzione dei vaccini e su questo bisogna essere pronti a essere più generosi», ha detto Draghi. Per il presidente del Consiglio la sfida più gravosa «sarà come trasportare i vaccini, non come produrli. I meccanismi multilaterali, come l’acceleratore Act e Covax, rimangono gli strumenti più efficaci per assicurare la distribuzione dei vaccini e per creare la capacità necessaria per somministrarli. Ma dobbiamo anche offrire adeguato supporto logistico per assicurare che i vaccini raggiungano coloro che ne hanno più bisogno».