La Corte dei Conti ha bocciato il contratto fra ministero dello Sviluppo Economico, Invitalia e ReiThera per finanziare lo sviluppo del cosiddetto vaccino italiano anti-Covid. Infatti la magistratura avrebbe ricusato il visto, rifiutandosi di registrare l’atto. “L’atto è stato considerato illegittimo, e come tale nullo”, afferma in particolare una fonte della Corte. Ora sta al governo scegliere se ripresentare l’atto cambiando alcune cose o rinunciare totalmente. In questo ultimo caso, il progetto made in Italy probabilmente resterà per sempre tale, senza mai essere messo in pratica. Dichiara Stefano Colloca, senior director di ReiThera : “Aspettiamo di ricevere la notizia ufficiale – ha detto a Reuters – per capire se è vero e perché è stata presa questa decisione che, a quanto ne sappiamo, non avrebbe precedenti”. La bocciatura blocca l’erogazione del previsto finanziamento di circa 50 milioni alla società biotech romana, come era previsto dal contratto approvato lo scorso 26 gennaio dal cda di Invitalia, e che prevedeva un investimento globale pubblico-privato da 81 milioni di euro, con 49 milioni di agevolazioni pubbliche (41,2 milioni a fondo perduto e 7,8 milioni di finanziamento agevolato) e con l’acquisizione da parte di Invitalia del 30% di ReiThera. La conseguenza immediata, racconta una fonte vicina alla società, è che ReiThera ― che lavora al vaccino con vettore virale insieme alla tedesca Leukocare e alla belga Univercells ― senza i soldi del contratto non sarà in grado di far partire la fase 3, che richiede il reclutamento di 10.000 volontari.