Ma il mondo come sta reagendo alla variante Delta? Il Corriere della Sera propone alcuni scenari esteri, come in Usa e in Israele.
«La variante Delta accelera negli Stati Uniti: la sua prevalenza è raddoppiata nelle ultime due settimane e rappresenta ormai il 20 per cento dei nuovi casi Covid. «È attualmente la più grande minaccia rispetto al nostro tentativo di eliminare il Covid-19», ha affermato Anthony Fauci, il virologo capo consigliere medico della Casa Bianca. Delta sembra prosperare soprattutto dove i vaccini non attecchiscono, pronta a spaccare il Paese in due: da una parte le zone avviate a godersi la vagheggiata libertà post pandemica, dall’altra le regioni a bassa concentrazione vaccinale come il Missouri alle prese con il ripristino delle restrizioni e gli ospedali di nuovi pieni. I ricoveri stanno aumentando anche in Arkansas, Nevada e Utah, dove meno di un abitante su due ha ricevuto la prima dose, emerge da uno studio del Washington Post. (…) Nel Paese che per primo aveva cantato vittoria contro il virus, grazie a una rapidissima campagna di vaccinazione di massa, è tornato il tempo della preoccupazione. I contagi sono in risalita: oltre 700 i nuovi casi in Israele, la media settimanale è passata da poche decine a un centinaio. Una ripresa che ha convinto il governo a fare dietrofront e reintrodurre l’obbligo di mascherina al chiuso, abolito soltanto 10 giorni prima. E a raccomandarne l’uso anche all’aperto in raduni pubblici. Il 50% delle nuove infezioni riguarda i minori, moltissimi non ancora vaccinati (Israele ha approvato da poco l’immunizzazione anche per i 12-15enni). Dell’altro 50%, la metà sono stati contagiati benché vaccinati. Ma si tratta di casi non gravi: il tasso di ospedalizzazione qui non è aumentato, per questo l’efficacia dei vaccini non è in discussione per ora».
Il Fatto dedica l’apertura del giornale al maxi contagio degli Europei di calcio, con un focolaio nel Girone B. E non solo. L’arroganza di Cerefin, capo della Uefa, dopo le allarmate dichiarazioni di Merkel e Draghi, fa riflettere. Per ora è confermata e prevista una finale a Londra con 60 mila presenze.
«Uefa, abbiamo un problema, qualcosa nel Gruppo B è andato storto. È infatti ormai certo che gli Europei di calcio – come esplicitamente temuto alla vigilia dal Centro europeo per la prevenzione delle malattie (Ecdc) e dall’Oms – siano all’origine, per ora, di almeno due focolai di Covid, variante Delta compresa. Tutta colpa della formula itinerante – affascinante ma clamorosamente inopportuna in tempi di pandemia – e soprattutto degli stadi (ri)aperti, in particolare quelli di San Pietroburgo e Copenaghen, impianti in cui Russia e Danimarca (a differenza di altri Paesi più rigorosi come Italia e Germania) hanno consentito un accesso pari al 50 e al 73,5% della capienza (ossia rispettivamente circa 32 e 28 mila spettatori). Il primo allarme è suonato giovedì, quando le autorità danesi hanno comunicato tre casi di variante Delta (poi saliti a oltre dieci) tra i tifosi che hanno assistito al match del Gruppo B Danimarca -Belgio, giocato a Copenaghen il17 giugno. Il cluster è scoppiato nella Tribuna B del Parken Stadion, dove avevano trovato posto circa 4 mila persone, tutte invitate a sottoporsi a test molecolare. Ventiquattr’ ore prima di Danimarca-Belgio, a San Pietroburgo si era giocato Finlandia-Russia, sempre Gruppo B. Questa partita, stando a quanto comunicato dalle autorità di Helsinki, ha provocato 120 contagi tra i circa 2 mila tifosi che si erano recati in Russia. Il cluster, questa volta, sembra essere scoppiato in un ristorante nei dintorni dello stadio. Ma i positivi potrebbero essere molti di più. Essendo infatti la Russia (insieme alla Gran Bretagna) il Paese europeo con il più alto tasso di incidenza Covid nelle ultime settimane, la Finlandia si era premurata di testare chiunque rientrasse da Est. Ma, a quanto pare, a causa dell’ingorgo creatosi al confine, circa 800 persone (invitate dal governo a sottoporsi a test) sono state lasciate andare. A San Pietroburgo – dove ieri si è registrato il triste record di 107 morti a causa del Covid in 24 ore – la Finlandia ha giocato (con tifosi al seguito) anche il 21 giugno contro il Belgio (5 giorni dopo il match con la Russia) mentre i tifosi russi incrociavano i danesi a Copenaghen. Non solo, l’ex Leningrado ha ospitato anche tre partite del Gruppo E tra Polonia, Slovacchia e Svezia e ospiterà un quarto di finale il 2 luglio. Il Belgio poi (con tifosi al seguito) giocherà oggi il suo ottavo di finale a Siviglia contro il Portogallo, nazionale che (con tifosi al seguito) ha disputato due dei tre incontri del Gruppo F (contro l’Ungheria il 19 e contro la Francia il 23 giugno) nella bolgia della Puskas Arena di Budapest, l’unico impianto aperto al 100%. Per la cronaca, il Portogallo è attualmente il terzo Paese europeo per incidenza ogni 100 mila abitanti dopo Gran Bretagna e Russia.».