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domenica 5 Maggio 2024 - 22:05
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Al Parco del Colosseo gli splendori dei Farnese

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Fino al 7 aprile la mostra ‘Splendori Farnesiani. Il Ninfeo della Pioggia ritrovato’ offre una ricostruzione di quelli che furono i valori, i significati e gli usi del Ninfeo e di tutti gli Orti farnesiani nel momento del loro massimo splendore, tra la seconda metà del XVI e il XVII secolo.

È un viaggio nella cultura barocca che caratterizzò i celebri giardini dei Farnese, teatro di delizie, ricerca, cerimonie e di autorappresentazione politica di una delle più importanti famiglie italiane dell’epoca.

    La mostra, a cura di Alfonsina Russo, Roberta Alteri e Alessio De Cristofaro, riunisce quadri, disegni dall’antico, stampe, sculture in bronzo, oggetti d’arte e innovativi apparati digitali, che permettono ai visitatori di immergersi nella vita e nelle atmosfere del tempo, accostandosi non solo alla storia degli Orti e dei Farnese, ma alla stessa mentalità e visione del mondo che caratterizzava l’aristocrazia romana e italiana tra il tardo rinascimento e il Seicento.
“Ricostruire in modo filologico e raccontare l’effimero e il patrimonio immateriale di un’epoca conclusa non è mai semplice – ha commentato Alfonsina Russo, direttrice del Parco archeologico del Colosseo – È sempre necessario un attento lavoro di ricerca che metta insieme i documenti, i testi, i monumenti e gli oggetti che di una data epoca costituiscono testimonianza storica. Poi bisogna affrontare la sfida del racconto, in forme che devono essere accessibili e comprensibili a tutti, senza però semplificare o banalizzare. In questo, il Parco archeologico del Colosseo investe molto in innovazione, grazie alla sperimentazione e all’uso del multimediale e delle tecniche dello storytelling”.
Nel progettare la mostra, un particolare impegno è stato dedicato al recupero di documenti e opere che avessero un diretto rapporto con il Ninfeo, gli Orti e la famiglia Farnese, allestendo le diverse sezioni della mostra dentro gli stessi edifici dei giardini palatini, dove le opere scelte dialogano e si integrano con gli spazi. “La scelta di allestire le opere nel Ninfeo della Pioggia e nelle Uccelliere restituisce il senso e le funzioni originarie di questi spazi – ha spiegato la curatrice Roberta Alteri – oggi non facili da percepire per il visitatore. Il Ninfeo era un luogo per feste e diletti progettato dal Rainaldi come spazio multisensoriale, dove gli ospiti potevano appagarsi grazie a banchetti, musica, immagini e alla piacevole presenza dell’acqua in forma di pioggia simulata.
Le Uccelliere una sorta di microcosmo dei mondi lontani e allora da poco esplorati e conosciuti”.
La mostra conclude il programma di attività ed eventi di valorizzazione pensato dal Parco archeologico del Colosseo a ottobre con la riapertura al pubblico del Ninfeo della Pioggia negli Horti Palatini Farnesiorum sul Palatino.

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