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domenica 5 Maggio 2024 - 21:50
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Israele accelera su Rafah e attacca Hezbollah in Libano

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Dopo mesi di annunci e frenate, Israele sembra di nuovo accelerare nell’incursione di terra a Rafah, l’ultimo bastione di Hamas nel sud della Striscia di Gaza, dove sono sfollati oltre un milione di palestinesi in fuga dalla guerra e dove, secondo lo Stato ebraico, si nascondono le ultime sacche di resistenza della fazione islamica, compreso l’inafferrabile capo militare Yahya Sinwar. A sei mesi dall’attacco del 7 ottobre, l’esercito israeliano si prepara dunque a finire il lavoro su due fronti: a sud, nella Striscia ormai quasi rasa al suolo, e nel nord di Israele, costantemente preso di mira dai razzi di Hezbollah dal sud del Libano: il ministro della Difesa Yoav Gallant ha annunciato l’avvio di “un’azione offensiva” al confine, con decine di raid aerei e attacchi di artiglieria che hanno colpito “40 obiettivi”, e ha rivendicato l’uccisione “di metà dei comandanti” dei miliziani sciiti filoiraniani nell’area.

E così, nonostante il monito degli Stati Uniti e degli altri alleati occidentali a non attaccare Rafah senza aver prima evacuato gli sfollati (operazione che richiederebbe altre 4-5 settimane, secondo fonti americane alla tv Kan), l’Idf ha fatto sapere di essere pronto a entrare nella città al confine con l’Egitto e di attendere solo il via libera del governo.

Tanto che, riferiscono fonti di stampa, il direttore dello Shin Bet, Ronen Bar, e il capo di stato maggiore, Herzl Halevi, si sono recati al Cairo per incontrare il capo dell’intelligence egiziana e altri funzionari militari per discutere dei piani per l’imminente offensiva a Rafah (che anche l’Egitto osteggia nel timore di un esodo incontrollato di palestinesi sul suo territorio), così come degli sforzi per riavviare i negoziati per un accordo sulla liberazione degli ostaggi ancora in mano a Hamas.

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