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La Ferrari vince a Silverstone con la prima di Sainz, ma non si placano le polemiche per la gestione gara

La Ferrari torna dalla trasferta in terra britannica con una vittoria. Dopo ben 150 gare Carlos Sainz Jr ha vinto il suo primo Gran Premio, confermando la pole position conquistata sotto la pioggia di Silverstone

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La Ferrari torna dalla trasferta in terra britannica con una vittoria. Dopo ben 150 gare Carlos Sainz Jr ha vinto il suo primo Gran Premio, confermando la pole position conquistata sotto la pioggia di Silverstone. Nonostante l’affermazione importante che segna la rinata competitività della Rossa nei confronti della fortissima RedBull, non si placano le polemiche per la gestione della corsa da parte del muretto box. Per la prima volta, da decenni, gli appassionati e gli addetti ai lavori hanno la sensazione di aver perso qualcosa piuttosto che di aver vinto una gara importante.

La cronaca racconta di un Sainz che partiva in pole position. Una prima posizione conquistata, in modo legittimo e sacrosanto, grazie a due errori dei rivali per il titolo Verstappen e Leclerc sulla pista bagnata di Silverstone. In gara, lo spagnolo non parte benissimo e viene infilato da Verstappen alla prima curva. Nemmeno un giro e la corsa veniva sospesa per il brutto incidente occorso al cinese Zhou salvo grazie all’introduzione del dispositivo Halo.

Alla ripartenza Sainz dimostra di imparare dai propri errori tenendo la testa alla prima curva. Il passo non è comunque all’altezza della pressione imposta da Verstappen. Lo spagnolo commette, infatti, un errore grave che gli fa perdere la prima posizione. Nonostante questo, alla Ferrari sorride la fortuna. L’olandese rompe il fondo piatto a causa di un detrito beccato in pista e perde posizioni.

A questo punto alle spalle di Sainz si materializza la figura ingombrante del compagno Leclerc. Nonostante un’ala danneggiata in partenza, il pilota monegasco appare nettamente più forte del compagno. A questo punto parte la sequela di errori commessa dalla gestione strategica del muretto box Ferrari. Gli strateghi della Rossa, infatti, non impongono a Sainz di lasciare strada al veloce Leclerc, ma chiedono a più riprese allo spagnolo di portare un time target, ovvero, un tempo sul giro tale da non consentire il recupero di Hamilton alle spalle.

Alla fine, lo spagnolo, non riuscendo nel compito fa passare Leclerc con un notevole ritardo. Mentre Leclerc si involta verso una meritata vittoria, nelle fasi finali entra la safety car per lo scellerato parcheggio di Ocon dopo la rottura del motore. L’errore del muretto diventa quasi drammatico. Leclerc si appresta ad effettuare una doppia sosta delle due monoposto per restare al comando con una gommatura efficiente più morbida. Invece il team richiama solo Sainz. Il monegasco alla ripartenza si ritrova unico con gommatura dura, ed usata, rispetto ai rivali alle sue spalle con gommatura morbida nuova. Il muretto box chiede a Sainz di proteggere la ripartenza di Leclerc, ma lo spagnolo rifiuta palesemente. Grazie al favore delle gomme più efficienti passa il compagno e si invola verso la vittoria.

A Leclerc non resta altro che una difesa oltre i limiti della fisica e delle capacità della monoposto per salvare il salvabile. Il sorpasso ad Hamilton alla curva Coopse all’esterno, è già nella leggenda. Una difesa strenua che lo porta al traguardo in quarta posizione.

A guardare i numeri, la decisione della Ferrari di non fermare entrambe le monoposto per un pit stop in contemporanea è stato un errore clamoroso. A detta del team principal Mattina Binotto, la scelta è stata voluta per evirare il rischio di perdere la vittoria. Ma appare evidente come sia stata una giustificazione che non aveva senso. La critica secondo cui è facile fare gli strateghi il lunedi mattina dopo la gara non sta in piedi.

Gli appassionati e gli addetti ai lavori leggono in numeri dopo la gara e traggono conclusioni evidenti, ma al muretto box ci sono persone che hanno esperienza, alcune decennale, per leggere e interpretare i numeri in tempo reale. Quando sono talmente evidenti, non c’è dubbio che ci sia stata una leggerezza nella scelta della strategia di gara. Alla Ferrari, in sostanza, hanno puntato su una vittoria certa piuttosto che puntare ad un risultato che avrebbe portato a recuperare punti pesanti in campionato.

Alla gestione corse, intesa come Mattia Binotto, è mancata la volontà di far prevalere la ragion di stato che avrebbe portato al recupero di punti importanti dei due campionati piloti e costruttori per favorire una vittoria, di prestigio, ma futile come la prima dello spagnolo.

Una situazione che altre volte, almeno due, in passato si è verificata in Ferrari. Nel 1982, ad Imola andò in scena lo sgarro di Pironi su Villeneuve che involontariamente portò al disastro di Zandwoort con la morte del canadese. In Portogallo 1990, Mansell strinse nel muro il compagno Prost in lotta per il titolo, un evento che mise Senna nella condizione di poter attuare il piando vendicativo a Suzuka. Silverstone 2022 rischia di diventare un altro evento che potrebbe avere conseguenze disastrose per il futuro della Rossa, incrinando in modo irreparabile il rapporto tra i due piloti.

A Mattia Binotto è mancata la volontà o la capacità che avevano personaggi come Jean Todt, quando, contro tutto e tutti, anche internamente al team, fermava Barrichello in Austria all’ultimo metro per favorire il mondiale di Schumacher. Fermare Sainz, anche con la sua priva vittoria a portata di mano, sarebbe stato un gesto coraggioso, che avrebbe messo la Ferrari davanti a tutti, anche davanti agli interessi personali dei piloti. Così come deve essere dai tempi in cui il suo fondatore ha dato vita alla scuderia più importante della storia delle corse.

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