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Possibile rilascio degli ostaggi da Hamas e il negoziato di pace proposto da Trump

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Negli ultimi giorni, il conflitto israelo-palestinese ha registrato un importante sviluppo: Hamas ha dichiarato di essere disposto al rilascio di tutti gli ostaggi israeliani, sia vivi che deceduti, nell’ambito del piano di pace presentato dall’ex presidente statunitense Donald Trump. Una notizia che, se confermata, potrebbe aprire uno spiraglio verso una tregua significativa e, forse, verso un nuovo assetto politico nella regione. Il piano in questione si articola in venti punti e prevede alcuni passaggi cruciali: cessate il fuoco immediato, graduale ritiro delle forze israeliane, supervisione internazionale sulla Striscia di Gaza e un processo di smantellamento delle strutture militari di Hamas. In cambio, verrebbe garantito il rilascio degli ostaggi entro tempi molto brevi, insieme a un percorso di ricostruzione civile ed economica per i territori coinvolti.

Hamas sembra essere favorevole, ma alle proprie condizioni

Hamas ha accolto con favore la possibilità di avviare il rilascio, ma ha chiarito che non intende rinunciare del tutto al proprio ruolo politico e militare senza garanzie sulla governance futura di Gaza e sul coinvolgimento di tutte le componenti palestinesi. Si tratta quindi di una disponibilità condizionata, che lascia aperta la porta a nuove negoziazioni.
Dal lato israeliano, la posizione resta cauta. Le autorità hanno sottolineato che il rilascio degli ostaggi deve avvenire entro 72 ore, condizione essenziale per dare il via a qualsiasi cessazione delle ostilità. Inoltre, Tel Aviv chiede di mantenere un controllo di sicurezza, almeno temporaneo, per garantire che il ritiro non si trasformi in un vuoto di potere pericoloso.

Trump, promotore del piano, ha ribadito l’urgenza di sospendere le operazioni militari per consentire la liberazione in sicurezza e ha avvertito che un rifiuto definitivo comporterebbe conseguenze politiche e diplomatiche di rilievo. Nonostante l’annuncio, restano nodi critici: la questione del disarmo, la fiducia reciproca tra le parti e le pressioni interne sia in Israele sia all’interno dei gruppi palestinesi. Tuttavia, l’apertura di Hamas rappresenta uno dei segnali più concreti degli ultimi mesi. Se la promessa di rilascio sarà mantenuta, potremmo trovarci di fronte a un momento storico, con la possibilità di avviare un percorso di pace che, seppur fragile, potrebbe ridisegnare le prospettive del conflitto. 

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