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venerdì 3 Maggio 2024 - 03:22
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Slitta la tregua

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Lo scambio ostaggi-detenuti e la relativa tregua tra Hamas e Israele slittano fino a domani. Il Papa riceve i parenti israeliani e palestinesi in due incontri. Audio choc di Giulia. Ok Meloni-Scholz

Negli Stati Uniti oggi è il giorno del ringraziamento, il Thanksgiving day, ma non sarà il giorno del rilascio degli ostaggi e della tregua in Medio Oriente. L’intesa è slittata, anche se in un primo tempo era prevista per stamattina alle 10 ora israeliana, le 9 in Italia. L’accordo ci sarebbe e prevede  di far tacere le armi per quattro giorni, e lo scambio di 50 ostaggi israeliani con 150 detenuti palestinesi. Ma alla fine ha prevalso il rinvio, almeno fino a domani. Sul Medio Oriente è tornato ieri papa Francesco, che ha detto: «Siamo andati oltre le guerre, questo non è guerreggiare, questo è terrorismo». Il Pontefice ha incontrato due delegazioni, israeliani e palestinesi, per confermare la sua vicinanza a due popoli che “soffrono”in due momenti distinti e separati. Prima dell’udienza generale in piazza, ha visto a Santa Marta dodici parenti di ostaggi israeliani detenuti da Hamas, quindi nell’Auletta Paolo VI dieci palestinesi, che hanno parenti a Gaza, in diversi casi che sono stati uccisi. Non c’è equidistanza, ma equivicinanza. Anche se non sono mancate le polemiche: dopo gli incontri alcuni israeliani hanno accusato il Papa di non condannare abbastanza il terrorismo, mentre alcuni palestinesi hanno cercato di attribuirgli l’espressione “genocidio”. Circostanza che è stata smentita dalla sala stampa.

Molto interessante l’intervista di Giulio Tremonti, ora presidente della commissione Esteri della Camera, al Corriere della Sera quando analizza i rischi di una “hybris” israeliana e l’assenza totale dell’Europa. Lucio Caracciolo su Repubblica si chiede quale sarà il destino di due popoli che dovranno ancora convivere per anni e nota che Hamas è percepita come vittima, anziché carnefice. Per Ugo Tramballi, che ne scrive sul Sole 24 Ore, lo scambio e la tregua sono una vittoria di Joe Biden e una sconfitta di Benjamin Netanyahu.

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