In occasione delle giornate Urban Natura promosse dal WWF fino al 5 ottobre, fa riflettere un dato allarmante: secondo il report di società 3Bee e XNatura (analisi 2025 sul patrimonio verde urbano delle principali città italiane) Napoli è penultima, con appena 37 metri quadri di verde pubblico per abitante, peggio fa solo Milano con 25 mq. Un quadro che rende evidente come le misure finora messe in campo, tra cui i cosiddetti “crediti ambientali”, siano del tutto insufficienti. Aumentare il verde nelle città – sottolineano gli esperti – non può essere affidato a piccoli incentivi, ma richiede riforme urbanistiche radicali: abbattimento e ricostruzione di interi quartieri, edifici più moderni in altezza e spazi liberati da restituire ai cittadini sotto forma di parchi e giardini. Già nel 2016, l’allora candidato sindaco Domenico Esposito aveva avanzato una proposta visionaria: abbattere il complesso del vecchio Policlinico, nel cuore del centro storico, per creare un grande parco urbano. “Napoli – dichiara Esposito – ha bisogno di un polmone verde che migliori l’aria, catturi le polveri sottili, riduca il caos e renda la città più vivibile e sicura. Non servono palliativi, ma un vero piano di trasformazione urbanistica”. Una proposta che oggi, alla luce dei dati e dell’emergenza ambientale, torna di drammatica attualità e accende il dibattito sul futuro della città.
