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mercoledì 30 Aprile 2025 - 13:12
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L’emergenza sono i morti in mare

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Nuovo Def con crescita all’1% e tre miliardi al cuneo. Stato d’emergenza per gli sbarchi, in vista un commissario. Bakhmut quasi russa. Macron insiste. Renzi-Calenda divorzio? Mr. B. ancora meglio

Dunque il governo ha varato il nuovo Documento di economia e finanza, il cosiddetto Def. Prevede una crescita 2023 all’1%, deficit al 4,5%. Ma già nel 2024 il Pil è stimato in ribasso, rispetto alle ultime previsioni, dall’1,9 all’1,5%. Nel testo spunta un tesoretto di tre miliardi che il ministro Giancarlo Giorgetti vuole usare subito per abbassare le tasse al ceto medio-basso. Intanto Giorgia Meloni ha lanciato un messaggio in vista della prossima manovra economica: il governo vuole mettere risorse adeguate per alcune misure mirate contro il calo nascite. La Lega deve invece fare marcia indietro rispetto a quota 41 per le pensioni: ci sono troppo poche risorse disponibili. Il Sole 24 Ore sottolinea che l’inflazione e l’aumento dei tassi hanno indebolito i nostri conti sul fronte del debito pubblico: adesso lo paghiamo molto di più. Per Federico Fubini del Corriere della Sera la chiave del nostro futuro economico è tutta nell’attuazione del Pnrr. Da essa dipende il nostro destino.

L’altro tema su cui il Consiglio dei ministri di ieri si è concentrato è quello dei migranti. L’esecutivo ha deliberato lo stato di emergenza nazionale per «l’eccezionale incremento dei flussi di persone migranti attraverso il Mediterraneo». Avrà la durata di sei mesi e un primo finanziamento di 5 milioni. Oltre a consentire procedure più veloci per le necessità di accoglienza, servirà a rafforzare i Cpr (la Lega ne chiede uno per Regione) potenziando le attività di identificazione ed espulsione. L’ipotesi è poi quella di nominare un prefetto, Valerio Valenti, come commissario straordinario. Due i giornali molto critici stamattina: Avvenire e Il Manifesto. Numeri alla mano, contestano l’impostazione del problema. Se c’è un’emergenza che si è manifestata in queste ultime settimane, sostengono, è quella dei morti in mare nel Mediterraneo, in stragrande maggioranza diretti in Italia. La scelta politico-culturale di fondo del governo Meloni è quella di considerare gli arrivi un problema di ordine pubblico e di sicurezza: il diritto dei migranti a non morire, il diritto al soccorso, il diritto all’asilo sono messi fra parentesi. C’è un dato che lo dimostra: l’Italia è solo il quarto Paese Ue per richieste d’asilo, nonostante sia il primo per numero di sbarchi.

Veniamo alla guerra in Ucraina. Sul terreno bellico, arriva la notizia della conquista ancora parziale di Bakhmut da parte dei russi. Kiev ammette il ritiro, ma spera di aver guadagnato tempo prezioso per altri terreni di scontro. Cresce l’imbarazzo per i documenti segreti del Pentagono diffusi sul web. L’Egitto ha smentito l’intenzione di cedere missili alla Russia. Emmanuel Macron, ieri in visita in Olanda, è tornato sul tema dell’Europa e dei suoi interessi da riportare in primo piano. Sui giornali di oggi Romano Prodi e Giulio Sapelli analizzano le sue mosse. Resta la sensazione che, nonostante le critiche al revanscismo gollista, le osservazioni su un’Europa assente diplomaticamente, perché schiacciata dalle grandi potenze, sia molto condivisa nel nostro continente. Oggi sono esattamente 60 anni dalla promulgazione della Pacem in terris di Giovanni XXIII: mai come oggi quella enciclica storica ha un valore stringente, di grande attualità.

Tornando in Italia, migliorano ancora le condizioni cliniche di Silvio Berlusconi. Mentre si profila una rottura definitiva all’interno del Terzo polo, con un divorzio fra Matteo Renzi e Carlo Calenda. Oggi ne parla il leader di Azione in un’intervista al Corriere.

Ieri mattina a Bologna c’è stato un bell’incontro tra il cardinal Matteo Zuppi, presidente della Cei, e diverse associazioni che si occupano di scuola ed educazione nel nostro Paese, sul tema “Educare-Formare le giovani generazioni oggi”

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