Il presidente Agnelli getta la spugna e ammette la sconfitta: dichiara infatti che non si andrà avanti con il progetto, morto sul nascere, della Superlega. Man mano infatti, molte delle squadre che inizialmente si dicevano aderenti al progetto, di cui 7 delle 12 fondatrici, si sono tirate indietro rinunciando a partecipare all’ambizioso, quanto forse, ingiusto progetto portato avanti da alcuni dei club più forti. Nella notte l’Ansa ha diffuso parole riconducibili al club di Suning: “Il progetto della Superlega allo stato attuale non è più ritenuto di interesse dall’Inter”. E così restano sempre meno le squadre aderenti. Due le italiane, a questo punto. Silenziose, anche se il Milan. Via tutte le inglesi (cinque in serata, il Chelsea alle 2.05 della notte). Esitano anche Barcellona e Atletico Madrid. Il domino è iniziato con un pomeriggio rovente in cui la Superlega ha iniziato a sfaldarsi e che è continuato in una serata incandescente. Il progetto presentato alla mezzanotte di due giorni fa sarebbe già al capolinea.
Così il presidente della Figc Gravina dopo la sospensione del progetto Superlega: “Non ho in programma incontri con i vertici dei tre club. Lunedì c’è il consiglio federale, non ci sono forme di processi, condanne o vendette trasversali. Noi abbiamo difeso strenuamente i confini dei valori e delle regole del mondo del calcio e pare che tutto sia tornato alla normalità. Sanzioni? No, assolutamente non si può sanzionare un’idea che non si è concretizzata”